Venerdì 26 Settembre 2025 | 14:37

Tentato omicidio all’Onpi di Foggia: sconto di pena per Simone Russo

 
Redazione Foggia

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Tentato omicidio all’Onpi di Foggia: sconto di pena per Simone Russo

La confessione in appello vale un sensibile sconto di pena per il 26enne foggiano, condannato a 7 anni e 3 mesi per il tentato omicidio della zia Anna Laccetti accoltellata la sera del 3 giugno 2023 mentre litigava con la compagna dell’imputato

Venerdì 26 Settembre 2025, 11:59

“Chiedo scusa per quanto successo; appena uscirò dal carcere cercherò di risarcire i danni a mia zia”. La confessione in appello vale un sensibile sconto di pena per Simone Russo, 26 anni, foggiano, condannato a 7 anni e 3 mesi per il tentato omicidio della zia Anna Laccetti accoltellata la sera del 3 giugno 2023 nel palazzo Onpi di corso del Mezzogiorno mentre litigava con la compagna dell’imputato. In primo grado gli furono inflitti 11 anni, 9 mesi e 23 giorni; è stato riconosciuto colpevole anche di aver utilizzato indebitamente un telefonino tra novembre e dicembre 2023 mentre era in cella, per parlare con la compagna.

La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dai giudici della prima sezione della corte d’appello di Bari. Il pg Maria Isabella Scamarcio chiedeva la conferma della condanna inflitta dal gup di Foggia il 25 ottobre 2024 al termine del giudizio abbreviato, che comportò quindi la riduzione di un terzo. Il difensore, l’avv. Salvatore Vescera, ha rinunciato a insistere nei due principali motivi d’appello - assoluzione, e in subordine derubricazione del reato di tentato omicidio in lesioni aggravate - per chiedere alla luce della confessione resa e del comportamento processuale una riduzione della condanna in virtù della concessione delle attenuanti generiche che furono negate dal giudice di primo grado.

Il feritore resta detenuto nel carcere di Matera; fu arrestato dalla Polizia il 7 luglio del 2023 su ordinanza cautelare del gip, a distanza di un mese dall’aggressione. Nella vicenda erano coinvolti anche un suo familiare minorenne all’epoca dei fatti; e la compagna Sara Medaino, 22 anni, coimputata nel processo di primo grado quando le furono inflitti 6 anni e 8 mesi per concorso in tentato omicidio: la foggiana da tempo ha rinunciato ad appellare il verdetto, beneficiando così in base alla legge Cartabia della riduzione di un sesto della pena scesa a 5 anni e 4 mesi.

Anna Laccetti colpita da più fendenti a fianco, torace e scapola fu ricoverata inizialmente in pericolo di vita per uno shock emorragico e operata d’urgenza agli ospedali riuniti. Considerati numero di coltellate e le lesioni in zone vitali quali milza a reni, la Procura contestò a Russo il tentato omicidio per futili motivi, aggravante che venne però esclusa dal gup di Foggia. Nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, Russo si disse innocente: raccontò al gip d’essere rimasto a casa la sera dei fatti perché in quel periodo era sottoposto agli arresti domiciliari, e quindi negò d’aver ferito la zia; adesso ha confessato in aula e chiesto scusa.

A far da sfondo all’accoltellamento il palazzo ex Onpi dove abitavano imputato e vittima, stabile già teatro nel remoto e recente passato di un paio di omicidi, di tentativi di omicidi, di varie retate con sequestri di droga e armi. Secondo la ricostruzione di Procura e Polizia, la sera del 3 giugno 2023 zia e compagna di Russo litigarono per motivi banali. In difesa della Medaino intervennero Simone Russo e il parente minorenne, ferendo la Laccetti. La squadra mobile nascose una microspia nella stanza dov’era ricoverata la vittima che parlando con familiare disse: “non ci sono arrivati con le mani e mi hanno inzippata” (accoltellata, cioè) “Simone ha incominciato a darmi calci dietro i reni, mi ha fatto cadere di faccia a terra e mi hanno fatto il dammaggio” (danno) “io sono salva per miracolo”.

Il gip che ordinò l’arresto di Simone Russo nell’ordinanza cautelare rimarcò come la “scientifica” avesse anche trovato tracce di sangue nei pressi dell’abitazione di Russo; e soprattutto si soffermò su quanto riferito dalla vittima intercettata in ospedale, che “in più occasioni e durante il periodo di ricovero raccontò ai familiari la dinamica del ferimento, addebitandone la responsabilità a Simone Russo” (e al minore). “In particolare all’esplicita domanda di un parente chi l’avesse accoltellata, la Laccetti rispose senza esitazione: ‘tutti e due’ riferendosi a Russo e al minore. Sostenne che entrambi dopo averla colpita con pugni e caldi, quand’era caduta l’avevano ferita alle spalle con un coltellino che usavano per ‘tagliare il fumo’, evidentemente facendo riferimento a sostanza stupefacente”.

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