FOGGIA - Condannato a 16 anni il capo-mafia Roberto Sinesi, becchino foggiano di 62 anni, quale mandante del tentato omicidio del boss rivale Vito Bruno Lanza, ferito gravemente il 17 ottobre 2015 nella settima guerra della storia della “Società”: la condanna si aggiunge ai 26 anni che sconta dal 2016 per mafia, estorsione e armi. Inflitti 10 anni a Sergio Ragno, quarantasettenne, che avrebbe guidato l’auto dei killer; 4 anni e 4 mesi al pentito Giuseppe Francavilla, quarantaseienne, che per l’agguato mise a disposizione un suo uomo (Ragno) e fornì una delle pistole: decisive le sue rivelazioni per arresti e condanne. E’ la sentenza pronunciata alle 13.30 dal gup di Bari Alfredo Ferraro nel processo abbreviato con conseguente sconto di un terzo della pena, ai 3 foggiani accusati di tentato omicidio aggravato da premeditazione e mafiosità. Per Sinesi e Ragno a pena espiata anche 2 anni di libertà vigilata; i 3 condannati dovranno risarcire i danni al Comune di Foggia costituito parte civile.
Sinesi e Ragno furono arrestati lo scorso 14 maggio, con ordinanze cautelari notificate in cella perché già reclusi. Sinesi è di nuovo detenuto (attualmente a Novara al 41 bis) dal 9 settembre 2016 e sconta 9 anni per mafia inflitti in Decimazione, 12 anni per il blitz Saturno sul racket dei parcheggi, 5 anni per il possesso della pistola con cui sparò e mise in fuga i killer che lo ferirono il 6 settembre 2016. Ragno, detenuto a Terni, all’epoca del nuovo arresto stava finendo di scontare 7 anni, 8 mesi e 20 giorni per mafia e estorsione. Giuseppe Francavilla per vent’anni al vertice dell’omonimo gruppo federato con i Sinesi, s’è pentito il 31 gennaio scorso: sconta 12 anni per mafia e estorsione inflitti nel processo “Decimabis” a 30 imputati, inchiesta che lo aveva riportato in cella nel blitz del 30 novembre 2018; è stato poi condannato nel luglio scorso a 5 anni e 4 mesi per traffico e spaccio di droga aggravati dalla mafiosità nel processo “Game over” a 85 imputati.
Ha quindi retto al vaglio del giudizio di primo grado la ricostruzione del pm della Dda Bruna Manganelli che nell’udienza del 24 ottobre chiese 13 anni e 4 mesi per Sinesi; 10 anni per Ragno; 2 anni e 8 mesi per Francavilla. L’accusa poggia su 5 pentiti: i fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, che collaborano con la Giustizia da dicembre 2023 e gennaio 2024; Carlo Verderosa, ex affiliato al gruppo Moretti, pentitosi nel dicembre 2019; il sammarchese Patrizio Villani, killer del clan Sinesi/Francavilla, pentitosi a maggio 2022 dopo una condanna a 30 anni per un omicidio ordinato dalla sua batteria per vendicare il ferimento di Sinesi; il barese Michele Miccoli pentitosi nel 2019. Gli avv. Ettore Censano e Elisabetta Mannoni sollecitavano l’assoluzione di Sinesi e Ragno, sostenendo che le dichiarazioni dei pentiti sono prive di riscontri, contrastanti e contraddittorie; l’avv. Rosa Pandalone per il reo confesso Francavilla chiedeva il minimo della pena.
Lanza, classe ’53, detto “u lepr”, nome storico della “Società foggiana”, fu ferito nell’ambito della guerra tra i Moretti/Pellegrino/Lanza e i Sinesi/Francavilla, contrassegnata da 10 agguati tra settembre 2015 e ottobre 2016 con 3 morti e 11 feriti/scampati. Il capo-clan alla guida di una city-car la tarda mattinata del 17 ottobre 2015 fu affiancato sulla circumvallazione da una “Golf” con 3 sicari: 2 fecero fuoco con pistole 7.65 e 38 e lo colpirono a collo e spalle, andando via credendo d’averlo ucciso. A sparare furono Luigi Biscotti nipote di Sinesi, e Ciro Spinelli: fermati poche ore dopo dalla squadra mobile, sono stati condannati nel dicembre 2018 dalla Cassazione a 8 anni il primo e 5 anni e 9 mesi il secondo. La Dda sulla scorta delle rivelazioni di 5 pentiti (vedi articolo a fianco ndr) sostiene che Sinesi fu il mandante; Francavilla fornì una pistola e mise a disposizione un “suo” uomo, Ragno che guidò l’auto dei sicari. Decisive le rivelazioni dell’ex boss: ha raccontato che su ordine di Sinesi mise a disposizione per l’agguato un uomo e fornì una pistola; a marzo 2016 poi organizzò un summit tra i clan rivali per cercare di mettere pace, invece nel faccia a faccia Sinesi rivendicò davanti a Lanza d’essere stato lui a ordinare di ucciderlo.