il ricordo
«Dopo 81 anni ho deciso di raccontare la tragedia della guerra a Foggia»
Lidia Molinaro, 89 anni, era una bambina quando le bombe angloamericane distrussero la sua abitazione uccidendo il fratellino e ferendo gravemente il padre.
«In questi 81 anni non ho mai parlato, non sono mai riuscita a tirare fuori quello che è accaduto nella tragica estate del 1943 nella mia città, ma oggi lo faccio perché sento che occorre trasmettere la memoria dell’orrore che ha attraversato Foggia». Lidia Molinaro, 89 anni, era una bambina quando le bombe angloamericane distrussero la sua abitazione uccidendo il fratellino e ferendo gravemente il padre. «Eravamo in casa in una giornata normale quando arrivarono le bombe. Mio padre aveva una masseria e fu ferito insieme a mio fratello mentre compravano il pane al forno Angelone da consegnare agli operai impegnati nella mietitura. Fu un inferno. Io e mia morella con mia madre riuscimmo a salvarci, ma quando ci recammo nella nostra campagna a pochi chilometri da Foggia scoprimmo che i tedeschi, in ritirata, oltre a rubarci pecore, cavalli e maiali, diedero fuoco ai campi di grano. Ci recammo cone sfollati a San Giovanni Rotondo, dopo una quindicina di giorni rientrammo nella nostra città con un dolore immenso per come l’avevano ridotta. Mia madre riuscì a dare una sepoltura a mio fratello in una bara di formica messa in un loculo perché a quel tempo le fosse comuni erano all’ordine del giorno. L’orrore della guerra continua ad accompagnarmi ogni giorno», racconta emozionatissima Lidia Molinaro, una donna minuta e di grande eleganza. La sua testimonianza è stata il colpo al cuore della giornata promossa dall’associazione vittime civili di guerra di Foggia con il patrocinio del Comune di Foggia, ospitata nnella Sala Fedora del Teatro “U. Giordano” e coordinata dal caoservizio della “Gazzetta”, Filippo Santigliano. Un incontro dedicato al tema dei “Bambini e ragazzi vittime delle guerre di ieri e di oggi” in occasione della ricorrenza dei bombardamenti subiti dalla città di Foggia nell’estate del 1943.
All’incontro, dopo i saluti della Sindaca Maria Episcopo e dell’Assessora alla Cultura Alice Amatore, anche la Vicepresidente del Comitato Familiari Piccoli Martiri di Gorla (Milano), Natalina Ferri che ha vissuto la tragedia del 20 ottobre 1944, quando bombardieri angloamericani partirono dalla pista di Castelluccio dei Sauri (a 10 km. da Foggia) e sganciarono bombe sulla provincia di Milano: una bomba, però, colpì la scuola elementare Francesco Crispi e provocò la morte di 184 bambini e di numerosi insegnanti. A ricordo della strage, il bravissimo cantautore foggiano Bruno Caravella ha dedicato una propria videopoesia e la “Filastrocca della pace”, opera la prima realizzata anche con il contributo di Geppe Inserra di Lettere meridiane.
Dopo l’introduzione di Michele Corcio (Presidente Provinciale e Vice Presidente Nazionale dell’ANVCG) ed i saluto della presidente nazionale dell’associazione, Antonella telia (presenti anche i delegati delle sezioni di Potenza e Benevento) e di Gianfranco Piemontese per la Fondazione dei Monti uniti di Foggia, due significativi interventi per ricordare le ragioni e le conseguenze dei bombardamenti sulla città di Foggia dal 28 maggio al 17 settembre 1943: quello del Prof. Saverio Russo dell’Università di Foggia, di Maurizio De Tullio (Giornalista e Ricercatore della Biblioteca di Foggia “La Magna Capitana”) e Alberto Mangano (Presidente del Comitato per un monumento alle vittime civili di quei bombardamenti). A proposito del monumento (sorgerà nel piazzale della stazione), la sinbdaca Episcopo ha assicurato che sono in dirittura d’arrivo le ultime procedure.
Dei bambini e ragazzi da sempre vittime di tutte le guerre, hanno discusso il Prof. Marco Impagliazzo (Presidente della Comunità di Sant’Egidio e Docente di Storia Contemporanea all’Università Roma Tre) e Enza delli Carri (Coordinatrice del Gruppo Volonatari di Foggia di Save the Children). Impagliazzo, in particolare, ha sottolineato l’importanza di far conoscere di più «l’immane tragedia di Foggia». A conclusione di una giornata molto bella e forte dal punto di vista emotivo, il monologo “Coriandoli” dell’attore Luigi Schiavone con la regia di Tonio Sereno. Quindici minuti più o meno di una storia che parla di dolore e morte, ma anche della ricostruzione morale e materiale e della passione civile che contraddistindero i foggiani dopo la tragica estate del ‘43 e sarebbe opportuno riproporre in varie occasioni (anche nelle scuole) per non disperdere la memoria di una Foggia medaglia d’oro al valore civile e al valore militare (poche città in Italia hanno questio privilegio sul proprio gonfslone) ed inserita dalla Repubblica nell’elenco delle “città martiri”.