Il caso
Concorso in corruzione, a Manfredonia revocata l’interdizione all’ex segretaria comunale
Decisione del gip per Giuliana Galantino, indagata con l’ex assessore Angelo Salvemini nell’inchiesta “Giù le mani” di Procura e Gdf
MANFREDONIA - Revocata dal gip la sospensione dai pubblici uffici per un anno disposta il 9 marzo nei confronti di Giuliana Maria Galantino, 65 anni, nata a Trani, residente a Lucera, ex segretario comunale di Manfredonia, indagata per concorso in corruzione con l’ex assessore Angelo Salvemini nell’inchiesta “Giù le mani” di Procura e Gdf sfociata nel blitz contrassegnato da 7 ordinanze cautelari: 2 in carcere, 3 ai domiciliari, 1 divieto di dimora, 1 misura interdittiva. Il gip del Tribunale di Foggia Odette Eronia che firmò i provvedimenti ha ora accolto l’istanza di revoca della misura interdittiva presentata dall’avv. Raul Pellegrini, cui i pm hanno dato parere favorevole.
La richiesta di revoca dell’interdizione è stata presentata dal difensore dopo l’interrogatorio reso il 22 aprile dalla Galantino ai pm, in cui ha ribadito la propria innocenza come già fece nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip quando pur avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande, rese lunghe dichiarazioni spontanee. La Galantino può quindi tornare a esercitare le funzioni di segretaria comunale in tre Comuni, cariche ricoperte prima del blitz. “La dottoressa Galantino nell’interrogatorio davanti ai pm ha risposto a tutte le domande, respinto le accuse e chiarito la propria posizione” commenta l’avv. Pellegrini. L’ex segretaria del Comune di Manfredonia è indagata per concorso in corruzione con Salvemini.
Secondo l’accusa basata su intercettazioni, nel settembre 2022 per risolvere in senso favorevole a quanto prospettato dall’allora assessore un conflitto d’interessi sorto tra due settori municipali e sollevato dalla società “Bar Centrale” di Michele Romito, avrebbe accettato che Salvemini nella sua veste di avvocato redigesse a suo favore un paio di elaborati tecnici, uno dei quali le sarebbe stato utile per contestare le accuse di mobbing che le erano state rivolte da una funzionaria del Comune. L’inchiesta “Giù le mani” conta 9 indagati accusati a vario titolo di 15 capi di imputazione per 3 filoni d’inchiesta: presunte concussioni e violenze nei confronti di dipendenti e amministratori dell’Ase da parte di due impiegati della stessa azienda; presunto tentativo di concussione di Salvemini e Michele Romito esponente dell’omonima famiglia coinvolta nelle inchieste sulla mafia garganica, per cercare inutilmente di costringere amministratori e funzionari comunali a non far eseguire lo smontaggio della struttura abusiva del ristorante “Guarda che luna” di Romito; presunto falso per indurre in errore un dirigente comunale a rilasciare l’autorizzazione a un’agenzia di onoranze funebri ritenuta di fatto gestita da Grazia Romito (sorella di Michele), che essendo stata raggiunta da un’interdittiva antimafia era inabilitata allo svolgimento di attività di impresa funebre. Gli indagati respingono le accuse.
Un rivolo dell’inchiesta coinvolge in maniera marginale la Galantino, cui il gip contestò nell’ordinanza con cui dispose l’interdizione per un anno dall’esercizio di pubblico ufficio di “aver agito per ottenere utilità personali per compiere un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio, mostrando totale disinteresse per l’esercizio della funzione pubblica, favorendo l’assessore Salvemini e per suo tramite Michele Romito”. Accuse che la dirigente comunale respinge.