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Faida del Gargano, dopo 8 anni due arresti per l'omicidio di Marino Solitro, freddato mentre tornava a casa

 
Redazione online

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Dopo 8 anni arresti collegati a un omicidio legato alla faida del Gargano

In azione i carabinieri di Foggia. La vittima, di Vieste, fu uccisa con due colpi di fucile calibro 12 al petto la sera del 30 aprile del 2015

Venerdì 13 Ottobre 2023, 08:04

11:46

FOGGIA - Svolta nelle indagini su un omicidio compiuto nel 2015, in provincia di Foggia, e ricollegabile alla sanguinosa faida del Gargano. Sono due le persone arrestate oggi per l’omicidio del 50enne Marino Solitro, ucciso il 29 aprile del 2015 con due colpi di fucile mentre rientrava nella sua abitazione, una villetta in località Molinella, lungo la strada tra Vieste e Peschici, in provincia di Foggia. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del comando provinciale di Foggia.

Le due persone arrestate sono accusate, in concorso, di omicidio premeditato, porto illegale di armi da fuoco e ricettazione, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Solitro, secondo quanto stabilito dalle indagini, fu ucciso con due fucilate e colpito alla testa con il calcio dell’arma.


Solitro era noto alle forze dell’ordine: nel novembre del 2008 era stato ferito leggermente in un agguato messo a segno a Vieste; nel dicembre del 2010 fu invece arrestato dai carabinieri del centro garganico perché accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

Le indagini hanno consentito di raccogliere elementi sul movente dell’agguato che sarebbe riconducibile alla volontà di consolidare l’egemonia criminale del clan Raduano-Perna nel territorio di Vieste attraverso l’eliminazione della vittima, accusata di rifornirsi di stupefacente da canali diversi da quelli imposti dalla consorteria mafiosa e di avere fatto, in passato, ricorso alle forze di polizia per denunciare i comportamenti di un affiliato.

I carabinieri hanno anche ricostruito la dinamica dell’omicidio, compiuto simultaneamente all’incendio doloso di due auto per creare un diversivo e far convergere le forze di polizia lontano dal luogo dell’agguato. Secondo quanto riscontrato dagli inquirenti, il delitto si inquadrerebbe nell’ambito di una faida che ha visto il susseguirsi di numerosi fatti di sangue in una cruenta spirale di violenza che si è sviluppata dal 2015 nell’area garganica per la gestione delle attività illecite, in particolare per il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni.
Fondamentale per la ricostruzione dei fatti sono stati alcuni collaboratori di giustizia che hanno deciso di fornire un importante contributo in seguito ad alcune operazioni coordinate dalla Dda che hanno inferto duri colpi alle organizzazioni criminali sul territorio. 

FONDAMENTALE RUOLO DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

«L'omicidio di Marino Solitro rientra tra i tantissimi omicidi che hanno colpito Vieste dal 2015 in poi. La ricostruzione del delitto è stata possibile grazie alle testimonianze di importanti collaboratori di giustizia, appartenenti al contesto criminale viestano». Così il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Bari, Francesco Giannella, nel corso della conferenza stampa per annunciare gli arresti di Danilo Pietro Della Malva e Giovanni Iannoli, ritenuti gli esecutori dell’omicidio nel 2015 del 50enne Marino Solitro, sulla strada tra Vieste e Peschici, in provincia di Foggia. Uno dei due arrestati è il cognato della vittima. Della Malva è finito agli arresti domiciliari, Iannoli era già in carcere.

«Le indagini inizialmente hanno interessato la Procura di Foggia, che ha fatto un lavoro straordinario e a cui vanno riconosciuti grandi meriti - ha spiegato Giannella - poi è stato possibile inquadrare quel fatto nel contesto della criminalità organizzata e il fascicolo è passato in mano alla Dda, che ne ha rilevato il metodo mafioso e la finalità di agevolare la criminalità viestana».
Giannella ha ulteriormente sottolineato l’importanza dei collaboratori di giustizia, tra cui lo stesso Della Malva: «Sul Gargano l’omertà vige sovrana, ma i collaboratori di giustizia diventano tali perché subiscono una forte e incessante pressione dello Stato, che li convince a parlare».

L’omicidio si inserì in un contesto di divisione all’interno della criminalità di Vieste ed ebbe un movente definito dagli inquirenti «peculiare», ovvero la denuncia formale presentata da Marino Solitro nei confronti di un affiliato al clan che forniva droga a suo figlio. «Oggi abbiamo risolto un cold case - ha aggiunto il sostituto procuratore della Dda Ettore Cardinali - che ci ha permesso di ricostruire le divisioni nella criminalità garganica dopo l’omicidio di Angelo Notarangelo del 2015, che di fatto ha spaccato il clan tra viestani e mattinatesi».

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