La guerra tra clan
Foggia, tentato omicidio Frataianni: prove acquisite, solo 4 testimoni
Via libera al processo in abbreviato. Il gruppo Francavilla secondo l'accusa voleva uccidere l’imprenditore edile per un prestito non restituito
FOGGIA - Soltanto 4 testimoni da interrogare invece dei 110 indicati da Dda e difensori; intercettazioni acquisite senza dover incaricare un perito fonico di trascriverle; nessuna necessità di valutare se tornare a sentire il teste-chiave della vicenda, perché anche le sue rivelazioni sono ormai prova; tempi accelerati e processo da chiudere in poche udienze; sentenza entro fine anno, mentre l’alternativa sarebbe stato un procedimento lungo e complesso per 6 foggiani detenuti in cella da oltre 10 mesi.
Sono questi i benefici della decisione del Tribunale di Foggia di accogliere la richiesta difensiva di giudizio abbreviato condizionato all’interrogatorio di soli 4 testi avanzata nell’udienza del 2 maggio dai legali dei 6 imputati del tentato omicidio aggravato da premeditazione e mafiosità del costruttore foggiano Antonio Fratianni, sventato dalla squadra mobile il 26 giugno di un anno fa; l’imprenditore finì nel mirino del clan Sinesi/Francavilla – una delle tre batterie che compongono la “Società foggiana” – per vendetta e per ragioni economiche. Ammessa la costituzione di parte civile di Fratianni rappresentato dall’avv. Francesco Ciacieri, i giudici hanno rinviato l’udienza al 19 settembre per ascoltare i primi 2 testi indicati dagli avv. Claudio Caira, Paolo Ferragonio, Antonello Genua, Angelo Loizzi e Roberto di Marzio: si tratta di 2 poliziotti che parteciparono alle indagini. In una successiva udienza saranno sentiti gli altri due: un teste a discarico di Ragno che il giorno previsto per l’agguato erra fuori città; uno spacciatore che sarebbe stato minacciato da 2 dei 6 imputati.
I 6 imputati Alla sbarra ci sono Emiliano Francavilla, 43 anni (insieme al fratello maggiore Antonello al vertice dell’omonimo gruppo mafioso); il genero Giovanni Consalvo, 32 anni; Mario e Antonio Lanza, padre e figlio di 66 e 42 anni; Giuseppe Sonnino, 52 anni; e Michele Ragno, 46 anni. Furono fermati dalla squadra mobile su decreto della Dda il 22 luglio 2022 e si dicono innocenti. La Procura antimafia li accusa di porto illegale di armi e del tentato omicidio di Fratianni (Francavilla e Ragno anche di spaccio e tentata estorsione a due spacciatori perché si rifornissero dal clan) che doveva essere ucciso al suo rientro a Foggia, all’uscita dal casello industriale dell’autostrada A/14. Secondo l’accusa basata su intercettazioni e rivelazioni di Domenico Solazzo dipendente di Fratianni e testimone di Giustizia protetto dallo Stato, Mario Lanza e Consalvo si dovevano appostare in un casolare abbandonato adiacente l’autostrada per segnalare ai complici l’arrivo del “suv” di Fratianni; Sonnino, Francavilla e Antonio Lanza armati a bordo di una “Fiat 500” rossa erano pronti a sparare all’imprenditore; Ragno partecipò alle fasi preparative del progetto di morte perché insieme a Francavilla, impose a Solazzo di piazzare un gps nell’auto della vittima per monitorarne gli spostamenti. La difesa replica che non ci sono prove e comunque il presunto progetto non entrò mai nella fase esecutiva per cui il reato non sussiste.
Doppio movente Fratianni doveva essere ucciso, dice il pm della Dda Bruna Manganelli che ha coordinato le indagini e rappresenta l’accusa in aula, per due motivi: aveva cercato di uccidere Antonello Francavilla e il figlio minorenne feriti gravemente a pistolettate la mattina del 2 marzo 2022 nell’abitazione di Nettuno dove il boss era ai domiciliari; non aveva restituito ingenti somme ricevute dal clan Francavilla per reinvestirle. L’imprenditore è a sua volta sotto processo nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Roma che ne dispose il fermo il 2 agosto perché accusato del duplice tentato omicidio di Nettuno aggravato dalla mafiosità: avrebbe sparato a Antonello Francavilla (e al figlio che era in compagnia del genitore) per non restituirgli il denaro ricevuto due anni prima per costruire un palazzo in viale Giotto a Foggia. Fratianni si dice innocente; il 3 marzo 2022, il giorno dopo l’agguato fallito di Nettuno, denunciò alla Dia di Foggia d’essere vittima di un tentativo di estorsione da parte di Antonello Francavilla che avrebbe preteso un milione di euro, un appartamento e un locale commerciale.
Il giudizio abbreviato – La Dda a febbraio chiese e ottenne dal gip di Bari il processo immediato (serve a saltare l’udienza preliminare) fissato per il 2 maggio in Tribunale. I difensori dei 6 imputati chiesero il giudizio abbreviato condizionato a sentire soli 4 testimoni acquisendo per il resto tutti gli atti processuali, e il procedimento fu trasferito al gup di Bari che il 13 aprile rigettò la richiesta difensiva di sentire i 4 testi non ritenendoli necessari per la sentenza, per cui gli atti tornarono al Tribunale di Foggia cui il 2 maggio la difesa rinnovò l’istanza di giudizio abbreviato condizionato ora accolta.