criminalità

Fratelli, cognati e cugini un'intera famiglia in carcere a Foggia

I Sinesi/Francavilla, legami forti e tradizione malavitosa

FOGGIA - I tre fratelli Antonello, Emiliano e Dina Francavilla detenuti; come il cognato Mario Lanza, sposato con Dina; come i cugini Ciro e Giuseppe Francavilla; e come il suocero e il cognato di Antonello, ossia Roberto Sinesi e il figlio Francesco. È questa la situazione dei vertici e di alcuni esponenti del clan Sinesi/Francavilla, a conferma della … tradizione della “Società foggiana” dove hanno rilevanza i legami familiari.

Antonello Francavilla, classe ’77, è di nuovo rinchiuso in cella dal 18 gennaio e in attesa di giudizio perché girava con una pistola con silenziatore e colpo in canna. Aveva trascorso soltanto 9 mesi a piede libero degli ultimi dieci anni: fu infatti arrestato il 26 novembre 2013 nel blitz Gotha per aver importato in città 300 chili di hashish dal Marocco via Spagna con successiva condanna a 6 anni; e mentre era detenuto gli furono notificate in cella le ordinanze cautelari del blitz Corona (4 giugno 2014) con condanna a 7 anni per mafia; e “Rodolfo” (4 aprile 2016) per estorsione aggravata dalla mafiosità, in cui dovrà essere processato solo per quantificare la pena: per il blitz Rodolfo ottenne i domiciliari lontano da Foggia, a Nettuno, ai primi di marzo 2021 tornando libero il 4 aprile 2022.

Il fratello Emiliano Francavilla, classe ’79, è di nuovo in cella dal 22 luglio 2022 in attesa di giudizio per il tentato omicidio del costruttore Antonio Fratianni sospettato d’aver sparato a Nettuno il 2 marzo 2022 ad Antonello Francavilla e al figlio minorenne ferendoli gravemente. Emiliano Francavilla all’epoca del nuovo arresto era libero da meno di 4 mesi: era stato infatti scarcerato il 28 marzo 2022 dopo 11 anni in cella in seguito agli arresti e alle condanne nei blitz Blauer del 22 giugno 2011 (aver favorito la latitanza dell’ergastolano Franco Libergolis, condanna a 3 anni e 6 mesi); Baccus dell’11 giugno 2012 (associazione per delinquere finalizzata a una truffa nel settore vitivinicolo e estorsione a un imprenditore, condanna a 4 anni e 10 mesi); Corona del 16 luglio 2013 (mafia, armi, esplosivo, estorsione, minacce con condanna a 9 anni, 1 mese e 10 giorni: decisiva la testimonianza dell’ex moglie poi diventata testimone di Giustizia protetta dallo Stato); e Rodolfo del 4 aprile 2016 (tre estorsioni aggravate dalla mafiosità, due ordinate dal carcere a un imprenditore del settore agroalimentare, con condanna a 5 anni e 6 mesi).

Leonarda (Dina) Francavilla, classe ’82, è stata posta alla detenzione domiciliare lo scorso 7 aprile per scontare 4 anni e 7 mesi per estorsione aggravata dalla mafiosità nel processo Rodolfo; il marito Mario Lanza, classe ’81, scarcerato il 21 marzo dopo 12 anni in carcere e ai domiciliari per una serie di condanne anche per mafia ed estorsione, è tornato in carcere poche settimane dopo per scontare oltre 2 anni per il blitz antidroga “White Bridge” del 2012. I fratelli Ciro, classe ’74, e Giuseppe Francavilla, classe ’78, cugini di Antonello e Emiliano, ritenuti esponenti di peso del clan, arrestati il 30 novembre 2018 in “Decima azione”, sono stati condannati in appello a 9 anni, 9 mesi e 10 giorni il primo e 12 anni il secondo per mafia ed estorsione.

Roberto Sinesi, classe ’62, nome storico della Società”, è detenuto dal 9 settembre 2016: sconta 12 anni per estorsione aggravata dalla mafiosità per il blitz Saturno contro il racket dei parcheggi; 5 anni per possesso della pistola con cui replicò al fuoco dei tre killer che cercarono di ucciderlo il 6 settembre 2016, ferendo anche il nipotino di 4 anni; ed è stato condannato a 9 anni per mafia in appello in “Decima azione”. Il figlio Francesco Sinesi, classe ’85, detenuto dal 17 novembre 2016 è stato condannato a 20 anni quale mandante dell’omicidio di Roberto Tizzano e del ferimento di Roberto Bruno del 29 ottobre 2016, agguato deciso dal clan per vendicare il ferimento del boss Sinesi; e nel processo “Decima azione” è stato condannato in appello a 20 anni per mafia in continuazione con le condanne inflitte per l’omicidio e per mafia in “Corona”.

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