L'intervista

Foggia, perde i tulipani per la grandine, Selvaggia Lucarelli: «Prima piange poi chiede i soldi». Savino ferma la raccolta fondi

Massimo Levantaci

Parla l'agricoltore diventato virale dopo il video sui social: «Mi hanno coperto di critiche, ma anche di elogi. L'anno prossimo 2200 persone verranno a trapiantare i nuovi bulbi con noi». La raccolta ha portato in cassa 28.329 euro

FOGGIA - Stop alla raccolta fondi per i tulipani perduti nel mezzo della campagna foggiana, il pianto virale di Giuseppe Savino due giorni fa davanti al campo flagellato dalla grandine, si è tramutato ieri in un gesto di prudente e previdente rientro nei ranghi dopo l'enorme seguito registrato per quel disperato sfogo in favore di videocamera.

«Sono stato coperto di elogi ma anche di critiche… "questo prima piange e poi chiede i soldi", mi hanno rinfacciato (stroncatura di Selvaggia Lucarelli: ndr). Può bastare così, quel video aveva uno scopo: puntare l’attenzione su cosa c’è dietro un malanno di stagione, ai guasti che può provocare il clima di marzo all’economia delle aziende che vivono di raccolto».

L’obiettivo è stato comunque raggiunto, ne ha parlato tutta Italia dei tulipani bersagliati dalla grandine e di quel pianto dirotto, da strappacuore. I social si dividono come sempre tra i mille rivoli di commenti, apprezzamenti e ingiurie. Moltissimi però coloro a cui è bastato vedere Savino affranto davanti allo schermo per convincersi che fosse la cosa giusta fare una donazione per il raccolto perduto alla piattaforma GoFundMe.

Un popolo di creduloni forse? «Ma no… Abbiamo 2200 persone con noi che partecipando alla sottoscrizione l’anno prossimo saranno contattati e pianteranno un tulipano insieme a noi. Si finanziano tante cose diverse in questo nostro paese, adesso che vogliamo portare avanti l’idea di fare di questo bellissimo lavoro qual è l’agricoltura un terreno di relazioni, c’è chi ci attacca.

Noi facciamo qualcosa di bello, quel finanziamento ricevuto, 28.329 euro, è una sorta di mandato fiduciario per me. Non ci bastano nemmeno a coprire le spese: per piantare 150mila tulipani a venti centesimi a bulbo, fate un po' di conti... (30.000 tondi tondi: ndr). Questa gente crede nel lavoro che facciamo e ci sostiene. Cosa c'è di male?».

Cascina Savino, su via Manfredonia (seguire Google map, le indicazioni sono chiarissime) è diventata in questi anni una sorta di laboratorio della pedagogia agricola, un luogo dove fare agricoltura imparando e divertendosi al tempo stesso. Arrivano decine di turisti qui, è un’immagine edulcorata e felice quella che propone Savino e ci riesce alla grande.

Anche se chi è abituato a vivere dietro le quinte e non ama i clamori è sempre pronto a ricordargli che l’agricoltura vera è tutt’altra cosa. La stessa poi che il 42enne agricoltore foggiano ricorda attraverso queste sue manifestazioni un po’ folkloristiche, da effetto social, perfette del resto per la comunicazione d’impatto, mordi&fuggi che prediligono purtroppo sempre più i giovani. Le bacchettate del giorno dopo però appaiono eccessivamente indignate, specie poi se percorrono strade già battute: «Ha ragione Selvaggia Lucarelli, la bellezza di un campo si è sempre coltivata con il sudore della fronte e non con le lacrime», dice l’on. Giandomenico Lasalandra deputato di Fratelli d’Italia.

Che poi aggiunge: «Il sistema di raccolte fondi dovrebbe essere normato con rigore, soprattutto quando assume per qualcuno il canone della abitualità». «Piaccia o no, noi con il mostro modo di fare agricoltura creiamo economia attraverso il lavoro dei giovani che vengono da noi e con le ricadute turistiche per tutte le persone che vengono a trovarci. Ed è quello che più conta: il nostro territorio è bellissimo e merita di essere apprezzato».

Anche se non ci sono più i tulipani di Cascina Savino ad abbellirlo.

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