Agricoltura
Foggia, scorte di grano sufficienti fino a giugno
Una crisi al buio, dall'Ucraina si preannuncia un lungo stop anche per altri prodotti come mais e girasole
FOGGIA - Il prezzo del grano duro fa felice i coltivatori, almeno per loro la guerra in Ucraina si tramuta in un vantaggio economico non da poco anche se poi dovranno fare i conti con i costi di produzione che parimenti lievitano. Siamo a 54 euro il quintale, con tendenza ancora al rialzo anche se il mercato adesso frena. Dove si andrà a finire? «ll prezzo è in linea con i grani esteri, ma ormai la quotazione è quella e dovrebbe rimanere stabile per un bel po’», la previsione di Giovanni Santacroce, uno dei principali trader di mercato del Granaio d’Italia con una capacità di stoccaggio di 1,5 milioni di quintali a fronte dei circa 6 milioni prodotti in Capitanata.
Ma questa situazione secondo lei prefigura quale scenario?
«Non si andrà incontro a una stabilità fino al nuovo raccolto. Le scorte di grano sono tuttavia sufficienti per tirare avanti almeno fino a giugno, la speculazione potrà far ballare l’euro sotto o sopra l’attuale quotazione. Ma non dovremmo subire ulteriori scossoni».
Sul lungo periodo cosa accadrà se l’Ucraina non dovesse più sostenere l’import italiano di grano, mais e semi di girasole?
«Dall’Ucraina importiamo soprattutto grano tenero, mais e girasole che sono indispensabili per gli allevamenti. Non sappiamo se quando finirà la guerra gli ucraini riusciranno rimettersi subito al lavoro per seminare i nuovi raccolti. Ne dubito, il paese è devastato dalle bombe, potremmo andare incontro a un anno molto critico su questi prodotti».
Affidarsi solo all’Ucraina per questi prodotti è stato un errore?
«L’errore fu dell’Unione europea vent’anni fa quando ci chiese di lasciare i terreni vuoti e per pagarci lo stesso (set-aside: ndr). È così che ci siamo rivolti all’Ucraina».
Ma parliamo di produzioni che non avevano più margine di guadagno per le imprese.
«Cinquant’anni fa avevamo l’Aima che ci permetteva di stoccare riserve di grano da un anno all’altro, proprio per assicurarci che la produzione non finisse mai. Oggi invece rischiamo di trovarci con i silos vuoti, è questa l’assurdità».
Il mercato spingerà al rialzo anche le quotazioni del nuovo raccolto di grano?
«Anche per il raccolto 2022 non ci sposteremo dai 50 euro a quintale, ci sarà comunque una prospettiva di guadagno per i produttori».