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Arresti Foggia, parla l'assessore finanziere: «La giustizia farà suo corso»

 
Redazione online

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Foggia, un gruppo di potereal Comune: nove indagati

Parola del Col. Gazzani che era assessore alla legalità nella Giunta di Landella

Martedì 25 Maggio 2021, 18:02

FOGGIA - «La giustizia fa il suo corso e punisce chi si è macchiato di tali reati». Così l’assessore alla legalità del Comune di Foggia, il colonello della Guardia di Finanza Francesco Gazzani, ha commentato lo scandalo giudiziario
che ha travolto il comune di Foggia e che il 21 maggio scorso ha portato all’arresto del sindaco, Franco Landella e di altri consiglieri comunali con le accuse di corruzione e tentata concussione. Il finanziere è entrato a far parte della giunta tecnica nominata dall’ex sindaco Landella il 17 aprile e, malgrado il terremoto giudiziario, è rimasto in carica fino allo scioglimento del Consiglio comunale decretato oggi dal prefetto in seguito alle dimissioni del sindaco, presentate prima dell’arresto. «Voglio evidenziare - spiega - come la giunta municipale, quella dei cosiddetti tecnici, sia stata al di fuori di questo contesto. Abbiamo scelto di rimanere in carica fino all’ultimo giorno utile, proprio per garantire l'attività amministrativa urgente». La giunta è rimasta in carica per circa 40 giorni.
ll col. Gazzani fino a qualche settimana fa era al comando provinciale della guardia di Finanza di Potenza ed ora è in servizio al comando regionale Basilicata.
Gazzani conosce bene la realtà di Foggia perché, prima di andare a Potenza, per quattro anni ha guidato il comando provinciale Dauno. «Non è una bella situazione per la città di Foggia e per i cittadini che ora appaiono dubbiosi su chi hanno votato» - ha commentato il finanziere in merito alle ultime vicende giudiziarie. «Le forze di polizia e la magistratura stanno facendo egregiamente il proprio lavoro - ha detto - Se sono veri (spetterà alla magistratura accettarlo) gli episodi contestati dall’accusa sono raccapriccianti. L’aria che si respirava non era delle migliori, ed era già evidente con l'insediamento della commissione di accesso». 

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