Il Covid irrompe anche nella direzione sanitaria del Policlinico di Foggia, là dove ci sono gli uffici e non i reparti ospedalieri nei quali si ritiene che il rischio di trasmissibilità sia più alto. Ma sembra ormai abbastanza evidente come in questa «seconda ondata» si debbano temere di più i reduci dai viaggi fuori regione, come nel caso dell’impiegata in questione, rientrata in servizio dopo una vacanza in Sardegna e che, agli inizi della settimana, ha accusato sintomi come febbre e tosse dopo essere risultata negativa al primo tampone. È scattato subito il protocollo previsto in questi casi: impiegata in isolamento a casa, sanificazione immediata degli uffici sia della direzione sanitaria che di quella generale, tamponi a impiegati e dirigenti in servizio nella palazzina al primo piano per verificare se la catena dei contagi avesse nel frattempo esteso la sua azione ad altro personale. Fortunatamente non sembra essere così, la direzione sanitaria «non è mai stata chiusa» chiarisce il direttore generale Vitangelo Dattoli, ma l’aumento delle positività tiene tutto il personale in allerta al Policlinico come nell’ospedale di Casa Sollievo della Sofferenza, i due nosocomi Covid della provincia tornati sotto il martello della recrudescenza dei casi positivi.
Ieri a Foggia si contavano 41 ricoveri da Coronavirus (20 in Malattie infettive, 20 Pneumologia, 1 in Rianimazione), altri 22 ricoveri nei reparti omologhi a San Giovanni Rotondo. In crescita anche il numero degli asintomatici in isolamento domiciliare, mentre resta da risolvere il problema dei ricoveri ospedalieri dei cittadini extracomunitari positivi al virus che rifiutano la degenza, ma non hanno un’abitazione dove poter trascorrere il periodo di sorveglianza attiva e vengono perciò tenuti sotto controllo, con l’ausilio anche dei vigilantes (per evitare le fughe), all’interno del reparto Covid all’ospedale D’Avanzo, in attesa che la Protezione civile completi la consegna dei moduli sanitari nell’area del Cara a borgo Mezzanone.
Situazione dunque tornata ad essere delicata sul fronte pandemia, le strutture ospedaliere potenziano le linee Covid che al Policlinico di Foggia non erano state mai dismesse. Ma ora c’è bisogno di riorganizzarsi in vista di un prevedibile aumento esponenziale di nuovi contagi. «Siamo concentrati, ma non in affanno - precisa Dattoli - avevamo un programma sull’area Covid per il quale avevamo previsto una riattivazione per i mesi di settembre-ottobre proprio a causa dell’annunciata recrudescenza dei casi. Il virus ha ripreso a colpire già un po’ prima, ma siamo ugualmente pronti ad intervenire e andare avanti del resto ora con una buona dose di esperienza in più: abbiamo riattivato i percorsi su quattro livelli d’intervento (ora siamo al primo, l’ultimo prevede il dispiegamento di tutte le unità ospedaliere: ndr), in questo ambito la prossima settimana incontrerò i responsabili delle Aree mediche e delle Chirurgie per fare con loro il punto sul piano organizzativo». Al Policlinico è stato potenziato anche il livello dei tamponi (si può arrivare a mille al giorno), è inoltre partito il terzo controllo sierologico sui dipendenti della cittadella ospedaliera e viene infine varata anche a Foggia l’applicazione “Smart news”, ovvero il sistema predittivo degli score, che consentirà un maggiore governo delle acuzie sul piano statistico e epidemiologico.

Subito la sanificazione. Riattivati a Foggia i percorsi su quattro livelli. Il direttore generale: «Ora bisogna riorganizzarsi, concentrati ma non in affanno»
Venerdì 11 Settembre 2020, 11:57