«Ti sfo facendo preparare un paliatone»; «cammina altrimenti ti butto fuoco a te e alla macchina». A parlare così sarebbe stata una trentenne incensurata foggiana che non aveva accettato la fine della relazione con il compagno che l’aveva lasciata andando a vivere dalla madre. La donna è indagata a piede libero per atti persecutori, cominciati lo scorso gennaio e proseguiti sino a giugno, a causa dei quali l’ex compagno avrebbe anche perso il posto di lavoro appena trovato. Il gip ha accolto la richiesta del pm e vietato alla donna di avvicinare l’ex, mantenendosi ad almeno 200 metri di distanza; ordinanza cautelare eseguita dalla sezione reati contro la persona della squadra mobile.
L’accusa poggia essenzialmente sulle dichiarazioni dell’ex compagno, ritenute attendibili da pm e gip perchè sarebbero riscontrate dalla testimonianza della madre di lui cui l’ex nuora avrebbe chiesto di cacciare di casa il figlio; dal racconto di un commerciante che doveva assumere l’uomo; da un altro parente cui la parte offesa chiese aiuto in occasione di un pedinamento.
Il pm dice che la donna ha agito «spinta da futili motivi di ossessione morbosa e rancore nei confronti dell’ex convivente dopo che questi era andato via di casa, ponendo fine alla loro relazione». La donna «non ha permesso all’ex compagno in maniera del tutto pretestuosa di vedere i due figli» scrive in una nota stampa la Questura. Lo stalking si sarebbe concretizzato nel pedinare l’ex avvertendolo di possibili conseguenze, come quando a gennaio scorso gli avrebbe detto: «ti sto facendo preparare un paliatone»; oppure a maggio quando avendolo visto in auto, l’avrebbe insultato dicendogli: «cammina, altrimenti ti butto fuoco a te e alla macchina».
Dopo aver lasciato la compagna, il foggiano è andato a vivere dalla madre che ha raccontato ai poliziotti di aver ricevuto una telefonata da un anonimo (che l’accusa individua nella stalker) che pretendeva che cacciasse di casa il figlio e accogliesse nell’abitazione l’ex nuora. Nella ricostruzione accusatoria degli atti persecutori ci sono poi due episodi accaduti nell’arco di 24 ore tra il 30 giugno e il primo luglio scorsi. Nella prima occasione la donna avrebbe raggiunto il negozio dove l’ex compagno stava effettuando il primo giorno di prova in vista di un’assunzione, avvertendolo che se non avesse firmato il passaggio di classe per l’assicurazione dell’auto, gli avrebbe fatto perdere il posto, come poi effettivamente successe; il giorno dopo la donna avrebbe inseguito in auto l’ex che si era rifugiato in una ditta dove lavora come guardia giurata un suo parente.
In questa vicenda - argomenta il gip condividendo con la Procura la qualificazione giuridica del reato - non ci si trova «semplicemente davanti a un senso di irritazione, insofferenza, fastidio; la situazione è degenerata in ansia e timore per la propria incolumità da parte della vittima, in quanto l’indagata non solo aveva dimostrato di aver perso il lume della ragione con la sua ossessione compulsiva, ma aveva esplicitamente minacciato la parte offesa, per cui da un personaggio del genere chiunque avrebbe potuto temere gesti impulsivi e vie di fatto». Da qui la firma del gip sull’ordinanza che impone alla presunta stalker di non avvicinare l’ex compagno.