DIPENDENZE

Foggia, alcol e gioco d’azzardo non sconfitti dal Covid-19

Anna Langone

Lo specialista dell’Asl: «Stare chiusi in casa aumenta le tensioni»

E’ la prima causa di morte fra gli europei tra i 15 e i 29 anni ed è anche la dipendenza più diffusa in questo periodo di isolamento: l’alcol. A Foggia come nel resto del Paese e del mondo, vino, liquori & Co, le droghe più semplici da reperire e meno costose, sono anche il nemico più temibile da fronteggiare per medici e psicologi del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl, sei sezioni tra Foggia, Manfredonia, Cerignola, San Giovanni Rotondo, Lucera, San Severo.

Loro non hanno mai chiuso, anche se è stato necessario adattare tempi e terapie alle limitazioni imposte dalla pandemia: «Chi seguiamo assume, nella maggior parte dei casi, farmaci che vengono distribuiti soltanto da noi, ad esempio il metadone - spiega il dott. Matteo Giordano, responsabile del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl Foggia - abbiamo dovuto allungare gli intervalli di consegna dei medicinali». L’assistenza psicologica non è cambiata in nulla, «Anzi, come Dipartimento garantiamo anche un servizio di supporto psicologico a quanti lavorano in prima linea contro il Coronavirus», aggiunge Giordano. L’ansia, in generale, i questi lunghi giorni è più diffusa, «Questo stato psicologico - specifica il medico - funge da propulsore purtroppo per molte dipendenze. Si pensi a quanto sia più difficile per un ludopatico, rispetto a chi non dipende dal gioco, rimanere a casa in questo periodo di isolamento. Doversi confrontare sempre con i famigliari e, per i parenti con lui, è molto impegnativo, problematico. Questi casi li seguiamo con una terapia sociale, ci rapportiamo con loro telefonicamente, ma avevamo anche in programma dei corsi per i ludopatici in remissione che la pandemia ha fatto saltare». Il problema, nel lockdown, sono anche i ludopatici sconosciuti, non seguiti «Perchè non è semplice per tutti - osserva Matteo Giordano - avvicinarsi ad un servizio che cura i drogati, com’è nella percezione della gente il Dipartimento di dipendenze patologiche».

Tuttavia non sono soltanto i tossicodipendenti ad avvalersi del servizio: su circa 2.500 pazienti seguiti in tutta la provincia di Foggia, la maggior parte è costituita da dipendenti da sostanze, alcol compreso «Anche perchè è relativamente recente la cura e la riabilitazione dal gioco d’azzardo da parte delle Asl», evidenzia il medico. Questa patologia però ha recuperato, come dire, subito terreno e poco importa che il Coronavirus abbia bloccato anche le sale giochi: le scommesse on line e le lotterie istantanee bastano e avanzano per dilapidare stipendi, pensioni, paghette. Già, perché fra le fasce d’età più colpite, anche nel Foggiano, ci sono proprio “nonni” e... nipoti: «Abbiamo avuto e abbiamo in cura ottantenni e ragazzi molto giovani», aggiunge il dott. Giordano. Certo bisogna distinguere tra dipendenze situazionali, di quelli che “smetto quando voglio” e croniche, ma entrambe, ora che si è tutti chiusi tra quattro mura, producono tensioni, disagio... «Può anche avvenire però che uno stato di astinenza prolungato, almeno in chi non ha ancora sviluppato dipendenza - conclude il medico - riesca ad arginare se non a cancellare il problema».

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