Il caso

Maxi evasione carcere di Foggia, arrestati 2 presunti mafiosi. Il video

Redazione online

Ammanettati assieme a latitante ad Apricena. Ancora libero un presunto assassino. Si cercano ora i fiancheggiatori

FOGGIA - Sono stati arrestati ad Apricena (Foggia) Francesco Scirpoli e Angelo Bonsanto, evasi il 9 marzo scorso dal carcere di Foggia assieme ad altri 70 detenuti durante una violenta protesta esplosa dopo i primi contagi da Coronavirus tra la popolazione.

Ritenuti elementi di spicco del clan mafioso Romito, sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine in un modulo abitativo di una cava, nel comune foggiano. Con loro anche un terzo pregiudicato, Pietro La Torre, ricercato da oltre un anno sulla base di un’ordinanza di carcerazione per una pena definitiva da scontare di 2 anni e otto mesi.

Attualmente dei 72 evasi dal carcere risulta latitante solo Cristoforo Aghilar, 36 anni, che nell’ottobre scorso ha ucciso la mamma dell’ex fidanzata. 

PROSEGUE ATTIVITA' INVESTIGATIVA - I poliziotti della squadra mobile si stanno concentrando sulla rete di fiancheggiatori che hanno protetto ed agevolato la latitanza dei tre ricercati, ritenuti elementi apicali dell´organizzazione mafiosa «Lombardi-Ricucci-La Torre» contigua al clan mafioso dei Romito.

Già nella tarda serata di ieri è stato tratto in arresto il proprietario del covo nel quale sono stati scoperti i tre malviventi. Si tratta di un uomo di 55 anni originario di San Marco in Lamis, il quale aveva messo a disposizione dei tre fuggitivi un casolare, ubicato all´interno di una cava di Apricena, per trascorrere agevolmente la latitanza. L´uomo dovrà rispondere di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena con l´aggravante mafiosa.

Gli investigatori hanno setacciato l´immobile all´interno del quale sono state rinvenute radio ricetrasmittenti, telefoni cellulari del tipo usa e getta, diverso denaro contante, nonché viveri ed alimenti.
All´interno delle autovetture parcheggiate innanzi il rifugio sono stati trovati indumenti ed altro materiale molto interessante per il prosieguo delle indagini che sono coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Le ulteriori attività investigative sono tese a verificare da quanto tempo i latitanti si trovassero nel covo ove sono stati catturati ed i loro movimenti precedenti nonché la rete di fiancheggiatori che li hanno coperti ed agevolati nel sottrarsi alla cattura.

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