il pensiero
Futuro a Sud, una giornata di sole per ripartire
Ora non è che stiamo a stappare spumante perché Bari ha il miglior clima d’Italia: come diceva Totò, siamo gente di mondo...
Ora non è che stiamo a stappare spumante perché Bari ha il miglior clima d’Italia: come diceva Totò, siamo gente di mondo. Ma visto che si parla di Sud solo come divario verso il resto del Paese, un divario a favore rompe l’assedio. Perché quel divario economico che c’è, e del quale sempre si parla come un’ossessione, in fondo non è solo un divario. Ma è un atto di terrorismo contro il Sud. Siete meno sviluppati. Magari è anche colpa vostra. Nonostante tanti sforzi dello Stato (ma quali?) la situazione non cambia. E allora, siccome non c’è più niente da fare, tanto vale non fare niente (manco fosse una novità) come se il Sud fosse più immutabile di un conclave. Divario brandito come un’arma per tacitare il Sud. E purtroppo anche da parte di quei politici meridionali cui un Sud così fa comodo: ricattabile sul piano elettorale, perché sempre nel bisogno. Meno sviluppo significa meno libertà. La classifica non vede solo Bari al primo posto (e per il secondo anno consecutivo), ma Barletta-Andria-Trani subito dopo. Più Brindisi undicesima e Potenza dodicesima.
Prima città del Nord è Trieste settima, ma tutte le altre più giù. Naturalmente il paradiso terrestre è monopolio della Bibbia. Perché le poche piogge non sono nemiche solo dei venditori di ombrelli. Ma sono nemiche anche degli invasi, che senza acqua a sufficienza fanno soffrire i nostri rubinetti. E fanno soffrire quelle campagne dal quale viene il ben di Dio della Dieta mediterranea. Campagne del Sud che sono il maggior tesoro agricolo d’Europa. Più le ondate di calore d’estate, non essendo neanche Puglia e Basilicata indenni dalla follia di chi sta trattando la Terra come cosa nostra. E anche prima di un Trump impegnato pure in questo campo a dare quanto più possibile il peggio di sé.
La classifica dell’«Indice del clima» è stata elaborata da quello stesso «Il Sole 24 Ore» cui si deve ogni anno un’altra classifica: quella sulla «Qualità della vita», che per il Sud è sempre una sentenza capitale. Sud posizionato sempre da metà in giù senza pietà. E con prima meridionale l’anno scorso proprio Bari, chissà se anche grazie al tempo bello. Ma classifica con parametri soprattutto economici. E col «meglio» o «peggio» (anzi soprattutto peggio) sempre rapportati a un modello nordico: insomma Sud trattato perennemente come un non-ancora-Nord, con più o meno riusciti tentativi di avvicinamento. Mai come un-diverso-Sud, un autenticamente Sud piuttosto che un artificialmente Nord.
Basterebbe, volendolo fare, chiedersi se il Sud non ritenga di stare peggio ma di vivere meglio. Di avere più vitalità nonostante tutto. Di considerare buona vita anche ciò che secondo la dittatura dei numeri e il terrorismo (appunto) dei bilanci non lo è. Chiedere se per caso al Sud siano felici o no, sia pure «nonostante tutto». E chiedersi perché, per esempio, per valutazione unanime il Sud ha superato meglio la quaresima del Covid, grazie a una sua socialità che non fa mai sentire soli. Chiedersi quanto possano pesare per l’implacabile tribunale nord-centrico stranezze terrone come il senso dell’accoglienza, il senso della solidarietà, il senso di comunità, il senso (perché no) della famiglia pur cambiata ovunque. Ma anche il culto dei propri defunti, che riempie di pietà i cimiteri del Sud e molto meno gli altri.
Agli occhi degli incorruttibili Robespierre del Nord possono sembrare facezie come le chiacchiere e le tabacchiere di legno. Il clima? Bah, facciamone una cosa a parte tipo varie & eventuali. Come ancora quella «lentezza» del Sud trattata solo come una anti-modernità visto che la modernità sarebbe solo velocità. In un mondo che la lentezza la cerca come unica salvezza di vita e che la velocità comincia a ripudiarla come una ormai insopportabile alienazione. E classifica mica innocente. Essendo anch’essa, come altro, uno strumento di potere per dirottare risorse di tutti a favore di qualcuno, una violazione continua e malavitosa della Costituzione, che non privilegia nessuno per geografia. Insomma continuare a puntare sul Nord e il Sud continui a vivacchiare. Il risultato è una conclamata e riconosciuta spesa pubblica più per chi è nato a Cremona che per chi è nato a Foggia. E Sud destinato all’emigrazione per legge dello Stato, di leggi di bilancio in leggi di bilancio. Poi un giorno scopri un divario del Nord verso il Sud: il clima (che è un clima anche umano). E scopri l’anti-divario di saper fare il più col meno. E scopri l’anti-divario di crescere «ad onta» di tutto. E scopri l’anti-divario della Puglia scelta dalla britannica Bbc come destinazione turistica ideale dell’anno. Scopri l’anti-divario dello stile di vita del Sud a fortissima imitazione. Scopri l’anti-divario delle città nordiche più «criminali» di quelle del Sud. E più «maleducate». E più «noiose». Non importanti per il «terrorismo della contabilità»? Importante è cominciare a capirlo: vedi che fa una giornata di sole.