il commento

Se ancora risuonano le parole di Pertini a Brindisi e Taranto

Ottavio Cristofaro

Le vertenze Italsider e Montedison: oggi come allora le due città al centro del dibattito industriale

Quarantacinque anni dopo, le parole di Sandro Pertini, pronunciate durante la sua visita in Puglia nel 1980, all’Italsider di Taranto e alla Montedison di Brindisi, conservano una sconcertante attualità. Le vertenze che allora infiammavano il dibattito pubblico, incentrate sul difficile equilibrio tra sviluppo industriale, tutela ambientale e diritti dei lavoratori, sono oggi più che mai al centro della scena.

A Taranto, l’ombra del centro siderurgico incombe sulla città, un’eredità pesante di promesse non mantenute e di un prezzo altissimo pagato in termini di salute e ambiente. Le parole di Pertini, che sottolineavano l’importanza di un’industria al servizio dell’uomo e non viceversa, risuonano oggi come un monito.

A Brindisi, invece, il petrolchimico rappresenta un’altra faccia della stessa medaglia. Le sfide sono diverse, ma la sostanza è la stessa. Quando l’allora Capo dello Stato si recò in visita allo stabilimento Montedison era ancora vivo nella memoria di tutti il dolore per la tragica scomparsa di Carlo Greco (47 anni), Giuseppe Marulli (34 anni) e Giovanni Palizzotto (23 anni), i tre operatori che avevano perso la vita drammaticamente nell’esplosione del P2T, all’impianto di cracking.

Il pensiero di Sandro Pertini, con la sua forte carica etica e il suo profondo senso di giustizia sociale, è oggi più che mai necessario. In un’epoca segnata da crisi ambientali e sociali, dalle grandi vertenze occupazionali, le sue parole ci ricordano che lo sviluppo economico non può prescindere dal rispetto dei diritti dei lavoratori e dalla tutela dell’ambiente.

Le vertenze di Taranto e Brindisi sono emblematiche delle sfide che il nostro Paese si trova ad affrontare. La transizione ecologica, la creazione di nuovi posti di lavoro, la tutela della salute e dell’ambiente sono temi che richiedono un approccio integrato e una visione di lungo termine. Le parole di Pertini ci offrono una bussola per orientarci in questo percorso, ricordandoci che il futuro del nostro Paese dipende dalla capacità di costruire un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.

In quel marzo del 1980, nella sua visita di Stato in Puglia, tra la terra di Bari e il Salento ci furono proprio le visite a Taranto e Brindisi. Due città altamente industrializzate negli anni ‘60, nel tentativo di risolvere con le partecipazioni statali, la Questione meridionale. Italsider e Montedison, Pertini incontra i lavoratori e si tuffa nei suoi valori di Presidente socialista viso a viso e senza mediazioni. La stessa immediatezza rivelò sempre nel 1980, quando, aggirandosi tra le macerie del terremoto dell’Irpinia, rimproverò lo Stato, di cui era Presidente di tante omissioni.

Una denuncia che creò sconcerto. I suoi interventi non erano politicamente corretti, trasgredivano i protocolli, con i grandi e con il popolo. Per questo incideva e non si stancava di dialogare, la Puglia gli aveva insegnato questo, perché questa era la terra delle grandi personalità prestate allo Stato.

La Puglia della cultura e della politica, della gente come Giuseppe Di Vagno, il parlamentare socialista ucciso nel 1921 dal Fascismo. Quella di Paolo Grassi, fondatore del Piccolo Teatro a Milano con Giorgio Strehler, e che gli parlava della sua terra, Martina Franca, dove ad accoglierlo il 3 marzo 1980 c’era proprio l’antico amico socialista promotore del nuovo teatro postfascista. Ma anche la Puglia dei compagni della Resistenza, come Emiliano Costantino di Ginosa, e quella della Valle d’Itria, dei trulli della famiglia Turco di Taranto che lo ospitava.

Privacy Policy Cookie Policy