L'analisi

Il futuro di Emiliano fra terzo mandato e «salto in alto» a Roma

Biagio Marzo

Il dibattito, per la formazione dell’amministrazione comunale di Bari, ha avuto, inaspettatamente, dei coup de theatre: una assessora impresentabile e le beghe dei 5s nella scelta dell’assessore

La Puglia, in questi mesi estivi, è stata al centro del dibattito politico nazionale, per poi scendere a livello comunale di Bari e regionale. Il dibattito, per la formazione dell’amministrazione comunale di Bari, ha avuto, inaspettatamente, dei coup de theatre: una assessora impresentabile e le beghe dei 5s nella scelta dell’assessore.

Se vogliamo dirla tutta, la politica non è andata in vacanza, dopo le elezioni coeve delle Comunali Bari e di quelle Europee, il focus si è concentrato sulla formazione, prendendosela assai comoda della maggioranza della giunta di Bari, in cui ci sono state le dimissioni di Carlotta Nonnis Marzano, nel giro di 24 ore, per delle dichiarazioni insensate. Non finisce qui. Dimissioni di un altro assessore esterno, quello alla Legalità, il pentastellato Pasquale Diomede, per la decisione presa dai due consiglieri comunali del medesimo Movimento, che non si sentono rappresenti da costui. Dopo le due dimissioni a catena, il sindaco, Vito Lecce, dovrebbe trovare pace, per governare Bari Città metropolitana, quale erede dell’ex sindaco, Antonio Decaro, eletto a Strasburgo con una massa di voti spropositati: quota 500 mila preferenze.

Dei tre leader del campo progressista: Antonio Decaro, trasferitosi a Strasburgo, eletto Presidente della commissione ambiente, Vito Leccese resta dove stava prima, quando svolgeva la funzione di Capo di gabinetto, cambia solo stanza, occupando quella dell’ex sindaco Decaro. Solo per Michele Emiliano non ci sono cambiamenti, siede, incontrastato, nel palazzo della Regione del Lungomare Nazario Sauro. Il cui mandato di presidente scadrà nel 2025, fra circa 14 mesi.

Il problema è cosa farà «da grande». In proposito, da giorni è partito il tormentone simile a quelli musicali , la cui durata non è prevedibile, di questo passo ce lo porteremo per le lunghe. Uno come Emiliano non è che va tanto, facilmente, a casa o ai giardinetti, in veste di pensionato. E non è il tipo da cadere in depressione, così da andare in analisi. Siccome è un magistrato in aspettativa, dovrebbe ritornare a indossare la toga, la cui cosa non sta proprio più nelle proprie corde. Trovandosi, in mezzo al guado, con la fine della legislatura delle due l’una: o torna in Procura o continuerà a fare politica.

Sceglierà la seconda soluzione, senza ombra di dubbio, perciò, dovrà avere pronta all’uso una nuova chance. Dopo le esperienze di sindaco di Bari e presidente della Regione Puglia, complessivamente vent’anni della sua vita, gli resta il sogno di essere eletto al Parlamento. Le elezioni politiche, salvo voto anticipato, si svolgeranno nel 2027. Tempi lunghi.

Che fare? A portata di mano, l’unica possibilità è ritornare «sul luogo del delitto», in via Gentile. Piaccia o no, Michele Emiliano sarà candidato di nuovo alla Regione. Tatticamente, ha lanciato dei ballon d’essai, per vedere le diverse reazioni, non scoprendo le sue vere intenzioni. Terzo mandato? Se ci fossero le condizioni lo farebbe, senza alcun problema, siccome è una persona intelligente, è consapevole che il suo ciclo come presidente, non me ne voglia, si è concluso, dovrà passare il testimone ad un altro. Preferirebbe uno del suo cerchio magico, per carità di patria non facciamo nomi, tuttavia, davanti alla candidatura di Antonio Decaro sarà costretto ad abbozzare. Sempre che lei, Elly Schlein non abbia un altro nominativo, ma con questi chiari di luna, in cui domina il nullismo politico e, oltretutto, c’è deficit di classe dirigente a sinistra e a destra, sceglierà uno dem, tout court, Antonio Decaro. Insomma, va sull’usato sicuro.

Il nostro Michele, avendo sfornato liste civiche in grande quantità, - maldestri coloro che avrebbero voluto scioglierle - , sceglierà la sua creatura migliore: la lista Con, con la quale scenderà come capolista, aspettando le elezioni politiche per il salto in alto: il passaggio da Bari a Roma.

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