L'analisi

Ma le città del futuro hanno bisogno di alleanze per il sapere

Antonio Derinaldis

La prepotente apparizione dell’IA ci impone una nuova «sapienza sociale»

Come ho già avuto modo di scrivere in altre pubblicazioni, nelle passate legislature la commissione parlamentare d’inchiesta sul degrado delle città e delle periferie, ha evidenziato come ormai si siano delineati fenomeni dirompenti sui cui è necessario intervenire nell’immediato futuro: la longevità, la crisi del ceto basso e medio urbano, il disagio giovanile e la multiculturalità.

Il corso degli eventi ha sottolineato velocemente nuove sfide cruciali: la transizione verde, la trasformazione digitale, l’invecchiamento della popolazione, la rigenerazione urbana, l’immigrazione internazionale. La sfida della «conoscenza elevata» (learning elevation) con la prepotente apparizione dell’intelligenza artificiale e l’ «algoritmizzazione» delle relazioni tra le persone desta da un lato entusiasmo tecnologico ma simultaneamente preoccupazione e appello all’etica. La «nuova sapienza sociale» oltre la fisiologica missione dei saperi è un appello necessario, è ricostruire il tessuto sociale, istituzionale, economico e politico finalizzato alla creazione della società della conoscenza per una «leadership trasformativa».

Come ci indica Joseph E. Stiglitz nelle sue ricerche sulla società dell’apprendimento, al centro c’è la «dignitas homine». Rimane la «persona», culla dello spazio e del tempo nella quale la relazione umana e sociale si integra con il sapere e l’educazione trasformativa. Essa è laboratorio dell’ecologia umana per città e comunità in rete, reti «trasformative».

La Raccomandazione Unesco a cui fa riferimento l’indirizzo della Giornata Mondiale sull’educazione 2024 dei mesi scorsi ci ha indicato il percorso: il diritto all’educazione e alla conoscenza per tutte le persone e per tutte le età. Diritto universale inalienabile attraverso il quale si realizzano tutti gli altri diritti. Una comunità visionaria è capace di indicare il cammino ma nello stesso tempo da realista è capace di leggere profondamente i segni dei tempi come ci ha insegnato Giorgio La Pira.

Città e comunità che seppur «aumentate» sono bisognose di realtà a misura di persona «alfabetizzata» digitalmente e sincronizzata nelle sue molteplici culture e connessioni antropologiche. Alleanze per il sapere nel quale lo sviluppo umano integrale rende le città e le comunità non più resilienti ma «salienti».

Non più «smart city» ma «tech-city» dove le tecnologie dell’informazione e dell’educazione è bene comune per le istituzioni, i luoghi del sapere scolastico e scientifico, della formazione universitaria, delle parti sociali, della società civile, del terzo settore. La tecnologia della rivoluzione dell’interfaccia persona - rete neurale artificiale diviene la nuova dimensione sociodidigitale per l’umanità. Persone abitanti di tech-city intelligenti, intelligenti nel senso di educati, formati, alfabetizzati al rispetto della dignità umana e dei diritti sociali di ognuno e di tutte le età.

Privacy Policy Cookie Policy