L'analisi

Turismo e futuro, la Puglia sfrutti l’onda lunga del G7

Fabio Mollica

A prescindere dall’esito politico del summit, il G7 che si è svolto in Puglia è stato un magnifico spot per la nostra regione, che in termini di visibilità ha beneficiato di un gigantesco battage pubblicitario su ogni mezzo di comunicazione e in ogni angolo del pianeta

A prescindere dall’esito politico del summit, il G7 che si è svolto in Puglia è stato un magnifico spot per la nostra regione, che in termini di visibilità ha beneficiato di un gigantesco battage pubblicitario su ogni mezzo di comunicazione e in ogni angolo del pianeta. Se saremo bravi a sfruttare tanta visibilità, avremo almeno altri dieci anni (forse venti) di sviluppo turistico assicurato. Perché tutto questo clamore non potrà fare altro che moltiplicare gli effetti di un fenomeno in atto già da due anni, quello che vede stabilmente la Puglia nel mirino dei grandi gruppi mondiali dell’ospitalità turistica.

Il progetto di Four Seasons (in collaborazione con Omnam Group) è noto dal 2021: un resort da 150 camere e sei ristoranti ad Ostuni. Quello dell’imprenditore italo-svizzero Nicola Cortese è stato svelato nelle scorse settimane: si chiama La Maviglia e sarà un resort con campo da golf a Maruggio, 200 milioni di investimento per 500 posti di lavoro. «Sarà tra i 10 resort più belli e attrattivi al mondo», promette l’investitore.

Mandarin Oriental ha trasformato due masserie (Masseria Petrarolo a Monopoli e Masseria Pistola nel canale di Pirro) in residenze esclusive e non è detto che lo shopping sia finito. Baglioni Hotels & Resorts dopo aver acquisito la gestione di Masseria Muzza a Otranto sta valutando strutture in Valle d’Itria. Belmond, società di hotellerie nell’orbita del colosso mondiale del lusso LVMH, ha rilevato dalla famiglia Veronesi la Masseria Le Taverne. Corrado Passera, manager italiani tra i più stimati e conosciuti, ha rilevato ad Ostuni l’ex tabacchificio che diventerà anch’esso un resort di lusso. Anche il gruppo milanese IVH sta valutando ed acquisendo, in provincia di Brindisi, hotel ed immobili, mentre Reuben Brothers ha comprato 117 ettari di terreno per costruire 77 camere e 74 ville. A Lecce, infine, non si contano più i palazzi storici e nobiliari che sono stati e saranno acquistati da investitori non pugliesi e spesso stranieri, che li mettono a reddito trasformandoli in strutture ricettive di fascia alta.

Insomma, se saremo bravi, potremo vivere di turismo a lungo e questo settore dell’economia pugliese potrà aumentare la propria quota di Pil e il numero degli occupati. Ma l’essere bravi passa da una parola: autenticità. Dando ormai per acquisita e scontata la necessità di offrire servizi di alto livello (almeno pari alle stelle di queste strutture), il rispetto dell’autenticità dei luoghi e delle tradizioni appare l’altro pre-requisito necessario a garantire uno sviluppo con solide basi.

È un requisito che sembra già essere presente in tutti i progetti fin qui citati. Così come autentico è Borgo Egnazia, che qualcuno ha additato come luogo finto. Lo è, ma è anche magico, fa sognare ed è un posto in cui chi ha la fortuna di andarci ci torna volentieri. Non è un caso se Borgo Egnazia è diventato esso stesso una destinazione turistica, sovrastando la popolarità del Comune che lo ospita. Se in Puglia avessimo dieci luoghi come questo, oggi probabilmente saremmo al numero uno delle mete turistiche mondiali.

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