L'approfondimento

Caso Moro: il mistero dell'Aston Martin di proprietà dei servizi

Luigi Ferlicchia

L’utilitaria lì posizionata ha impedito così la fuga sulla destra, determinando un vero e proprio collo di bottiglia bloccando l’auto di Moro e quella della scorta

La vicenda Moro è costellata di tanti aspetti, molti dei quali sono stati chiariti dalla Commissione Moro 2, ma per scadenza della legislatura a dicembre 2017, sono stati demandati per competenza, dalla stessa Commissione 2, alla Procura Generale della Repubblica di Roma, lì dove il procuratore generale Giovanni Salvi si impegnò a fare gli opportuni approfondimenti e ricerche. Ma Salvi dopo qualche mese cambiò ufficio e gli atti passarono alla competenza dei suoi successori.

Or bene uno dei punti da approfondire era quello relativo al memoriale Morucci rispetto alla dinamica dell’agguato di via Fani, circa il numero dei terroristi che hanno agito (prima otto, poi 10, poi 12, poi 14 e infine in aggiunta i due della moto Honda).

È inoltre agghiacciante l’ubicazione dell’auto Aston Martin targata «Roma T50354», che è stata parcheggiata in via Fani nel posto lì dove, solitamente, il signor Spiripicchio piazzava il proprio furgone per la vendita dei fiori. L’utilitaria lì posizionata ha impedito così la fuga dell’auto di Moro sulla destra, determinando un vero e proprio collo di bottiglia bloccando l’auto di Moro e quella della scorta. La foto a riguardo pubblicata sull’inserto del Corriere della Sera, «Dentro la storia, un secolo di immagini» scattata da Gianni Giansanti ritrae chiaramente l’Aston Martin sul lato destro di via Fani adiacente la 128 bianca del brigatista Moretti, la 130 di Aldo Moro e l’Alfetta della scorta.

La chiarezza della foto è tale da non lasciare alcun dubbio sull’effetto determinato dalla ubicazione dell’Aston Martin. Dal lato opposto sulla sinistra quattro brigatisti poterono sparare liberamente senza alcuno ostacolo, ma l’agente Iozzino riesce ad uscire dallo sportello destro dell’auto della scorta e sparare nella direzione dei brigatisti, ma è subito freddato da un mitra di una persona che era appostata sul marciapiede lato destro di via Fani che spara a sua volta 46 colpi. (Testimonianza della signorina Cristina che frequentando via Massimi, evidenzia la presenza di un uomo sul luogo dell’agguato, che è in piedi presso un’utilitaria in via Fani, scorgendo la canna del mitra mentre sparava in direzione dell’agente di scorta Iozzino, uccidendolo).

È scoperta della Commissione Moro 2 che l’Aston Martin presente in via Fani era di proprietà di una società risalente ai servizi segreti italiani. Si è fiduciosi che la Procura Generale di Roma completi tutte le indagini colmando i vuoti e le falsità derivanti dal memoriale Morucci, peraltro già come tali valutate da una serie di perizie di vari organi di polizia e della magistratura, attivati dalla stessa Commissione Moro 2.

Sono passati oltre 3 anni dalla conclusione dei lavori della Commissione e ancora si attende una parola di chiarezza e verità totale. D’altronde il tutto rientra come conferma, negli approfondimenti effettuati sul «Bar Olivetti», ubicato difronte il marciapiede dove sostava l’Aston Martin, che in un primo tempo è passato come chiuso e non operativo, Invece, dopo approfonditi accertamenti basati su diverse testimonianze, risulta che il 16 marzo il locale era aperto e in attività, sebbene la serranda fosse leggermente abbassata. Questo episodio aggiunge ulteriori elementi di mistero e incompletezza alla dinamica dell’agguato di via Fani.

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