la riflessione

Dalla telescuola ai doveri: è senza tempo la lezione di Aldo Moro

Antonio Derinaldis

L’elaborazione del pensiero di Aldo Moro aveva già anticipato verso la fine degli anni ’50, l’Obiettivo Quattro dell’Agenda Onu 2030 sullo Sviluppo Sostenibile in tema di qualità dell’educazione per tutti.

La testimonianza e l’elaborazione del pensiero che ci ha donato Aldo Moro è senza confini. Siamo cresciuti leggendo e ascoltando la persona, l’uomo, lo statista originario del mezzogiorno salentino, il professore universitario Aldo Moro, come guida che illumina la costruzione di un nuovo domani. «Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà».

Cosi le parole di Aldo Moro risuonano come in-vocazione alla responsabilità ma anche all’impegno, all’umanesimo sociale attivo, permanente e non mascherato. Lo studio da parte nostra dei suoi discorsi parlamentari, gli approfondimenti sui temi oggetto delle lezioni universitarie e l’analisi del suo messaggio pedagogico quotidiano agli studenti nelle aule dell’Università di Bari prima e della Sapienza di Roma dopo, sono ormai patrimonio per tutti e per tutte le età.

La linguistica politica di Aldo Moro su nuove formule autenticamente democratiche e costituzionali, sono la rinnovata scoperta di un messaggio sociale e «scientifico» senza tempo e senza limiti. «Pensateci bene cari amici, siate indipendenti. Non guardate al domani, ma al dopodomani», ci diceva.

Moro il professore e parlamentare che da Ministro dell’Istruzione introdusse lo studio dell’educazione civica nelle scuole, elaborò da riformista dossettiano un piano decennale per l’istruzione diretto a rendere effettivo il diritto alla scuola con nuovi edifici, borse di studio e assistenza. Straordinaria fu la sua intuizione attraverso la neonata Rai di avviare la creazione di quella che fu chiamata la «Telescuola» e che poi diventerà la trasmissione «Non è mai troppo tardi» del maestro Alberto Manzi.

Aldo Moro aveva anticipato non solo la missione culturale dei saperi condivisi, ma con il suo spirito «catto-riformista» aveva inaugurato altre missioni nell’intento di superare le disuguaglianze e porre l’attenzione sulla dignità umana e sullo sviluppo umano integrale della persona. Obiettivo della telescuola, prima forma di educazione a distanza, era di agevolare l’alfabetizzazione del Paese «fattiva» per tutti.

Aldo Moro aveva già anticipato verso la fine degli anni ’50, l’Obiettivo Quattro dell’Agenda Onu 2030 sullo Sviluppo Sostenibile in tema di qualità dell’educazione per tutti. «Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere».

Un pensiero e una visione di società che Aldo Moro ha regalato a ognuno e che non può assolutamente lasciarci immobili e senza impegno continuo. Il suo è un pensiero moderno e attuale che ci contiene e ci unisce in una lezione senza confini né di tempo né di spazio. Per l'anno che verrà, per quanto ci è possibile, facciamo nostro il suo invito: «Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi».

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