l'analisi

E guarda caso il Ddl sull’autonomia ha ripreso velocità

Lino Patruno

L’ennesimo tentativo di colpo di mano ai danni del Sud

Ecco l’ennesimo tentativo di colpo di mano ai danni del Sud. Dunque, secondo il ministro Calderoli, mettetevelo in testa: prima l’autonomia a Veneto e Lombardia, poi il resto. Un rovesciamento clamoroso. Laddove il resto è dare alla gente del Sud servizi e infrastrutture meno indecenti di quelle attuali. E il Calderoli lo dice anche ai suoi alleati di governo: questo è il patto. Per i più, molto meno conosciuto della fisica quantistica, ma evidentemente loro lo sapevano tenendolo finora nascosto. Però si sa, Calderoli è uno così, è per la politica ciò che è Morgan per X Factor.

Sarà come sarà, ma per il Sud il risultato è la temuta beffa di essere trattati (ancor più che attualmente) da diversamente italiani. I quali se la prendano col Caso se sono nati nella parte sbagliata del Paese. Quella che, alla faccia della Costituzione, li condanna a star peggio del resto degli autenticamente italiani. Perché? Perché così si è sempre fatto con la spesa storica, sempre più lì e sempre meno qui. Non solo distanza geografica fra Bolzano e Lampedusa. È la più lunga e grave ingiustizia d’Europa, bellezza. E tu non puoi farci niente.

Riepilogo. L’autonomia è quella che le sopradette Veneto e Lombardia (con l’Emilia in lista di attesa) vogliono per fare da sé tutto ciò che finora ha fatto lo Stato. Diciamo dalla sanità, alla scuola, ai trasporti: totale 23 funzioni. Lo prevede la stessa Costituzione che abbiamo visto sopra bellamente violata. Va bene, ma prima di dare più poteri (e soldi) a voi, dobbiamo vedere come sono trattati gli altri. Perché non si può correre il rischio di dare più a chi più pretende (e che già più ha rispetto agli altri) e continuare a tenere in mutande chi lo è da decenni. Si chiama eliminazione delle diseguaglianze. Si chiama Paese non più diviso in serie A e serie B. Si chiama, per dire, bambini di Taranto che abbiano gli stessi asili nido pubblici di quelli di Bologna. E perché invece no?

Il fatto è che loro altezze reali Veneto e Lombardia non vorrebbero dallo Stato dieci se finora lo Stato dieci ha speso per loro. Ma vorrebbero di più trattenendo le tasse che finora allo Stato hanno versato. Motivo, scusi? Perché i ricchi meritano di più. Altro che l’evangelico beati i poveri. Il timore è che la moltiplicazione dei pani e dei pesci possa aver funzionato solo una volta. Cosicché quel di più sottratto allo Stato, lo stesso Stato dovrebbe sottrarlo agli altri cittadini, meridionali in testa. I quali starebbero sempre peggio in misura diretta a quanto gli altri starebbero sempre meglio.

Ecco perché, bontà loro, si coglieva l’occasione irripetibile della richiesta di autonomia per calcolare anche questi bisogni del Sud mai calcolati. Cioè i Lep, Livelli essenziali di prestazione. Di quanti asili nido (rieccoli) hai bisogno non avendoli (quasi) mai avuti? E quante scuole? E quanti ospedali? Per farlo si è formata una commissione tanto large da essere quattro volte più grande di quella che scrisse la Costituzione. Commissione che ha concluso come non poteva. Questi bisogni sono stati talmente ignorati che per soddisfarli ci vorranno non quattro soldi. Segno di quanto finora sottratto al Sud. Ma qui è scattata la prima beffa stile Calderoli. Non c’è un euro, tutto deve avvenire a parità di condizioni, cioè senza aumento della spesa pubblica. Come dire che si deve andare sulla Luna a piedi.

Allora un candido di spirito può pensare: si può sottrarre ai ricchi per dare ai poveri. Invece ai ricchi si dà di più con l’autonomia. E lo si fa da spergiuri prima che si pensi ai poveri come pattuito. Anzi i poveri saranno ancora più poveri di prima perché si dà ancora di più ai ricchi. Ma con i Lep che per la prima volta nella storia d’Italia svelano (e quantificano) il giochino. Con un’Italia che fra l’altro studia di rafforzare i poteri del capo del governo e dello Stato, nello stesso momento in cui rafforza i poteri di alcune regioni. Poi ci si chiede perché i giovani se ne fuggono all’estero.

Tutto questo avviene mentre il disegno di legge arriva in Parlamento con una imprevista velocità manco fosse Mennea. Tanto più imprevista quanto più è colto di sorpresa un mondo politico del Sud tornato al suo assopimento dopo una prima fase di allerta. Stanno creando una nuova Italia in cui mezza Italia dovrà sperare nelle molliche dell’altra. Qualcuno, al Sud, avrà sangue nelle vene?

(P.S. Si legga l’ultima «Memoria» della Banca d’Italia in merito per capire se i toni di questo articolo sono esagerati o no).

Privacy Policy Cookie Policy