L'analisi

Il cambio di passo necessario del post-Berlusconi

Rosario Antonio Polizzi

È bene valutare gli effetti del vuoto che, già da molti preconizzato, si evidenzia in questo momento in tutta la sua forza specie quando si avvicinano le elezioni europee regolate da un sistema di voto proporzionale che vedrà tutti contro tutti

Per il dopo-Berlusconi, speriamo bene! Siamo arrivati al giorno del «dopo Berlusconi» e allora... si chiudono trent’anni di storia italiana caratterizzato dalla presenza di un fenomeno mondiale che da noi si è chiamato Berlusconi ed ha senza dubbio condizionato tantissimi passaggi della vita politica di molti.

Adesso però bisogna riprendere tutte le fila dei discorsi politico-organizzativi che sono stati nelle mani del Cavaliere ma che hanno interessato comunque esponenti della classe dirigente di tutti i partiti. È bene valutare gli effetti del vuoto che, già da molti preconizzato, si evidenzia in questo momento in tutta la sua forza specie quando si avvicinano le elezioni europee regolate da un sistema di voto proporzionale che vedrà tutti contro tutti. È urgente gestire la confezione di una politica che, con il substrato della innovazione tecnologica, necessita di un nuovo linguaggio.

Bisogna incidere nei cervelli e nell’animo di un territorio che è tendenzialmente stanco e poco motivato. Si sa da sempre, specie in politica, che ogni vuoto va riempito subito specie poi nel panorama politico italiano. Probabilmente Silvio Berlusconi è andato via un po’ prematuramente per la reale maturazione della destra e forse anche della sinistra.

L’uomo-progetto che riscuoteva un notevole consenso e un chiarissimo dissenso copriva vizi e virtù dei due schieramenti. I giorni che verranno saranno forieri di mutamenti per molti versi già in gestazione che, per certi processi di shakeraggio politico, daranno presto i loro effetti ben visibili sopra tutto nell’assetto del rinnovando Parlamento europeo. Per il panorama politico nazionale è auspicabile che venga presto metabolizzato il lutto per la fuoriuscita di Berlusconi e rapidamente l’aria politica si liberi dei resti della diatriba berlusconismo e anti berlusconismo.

Certamente bisognerà cambiare passo e linguaggio da tutte le parti ma specialmente nella coalizione di Governo dove potrebbe emergere, con effetti negativi, quella «vivacità» che indubbiamente il Cavaliere rendeva più «digeribile» per la ottimizzazione della azione del Presidente del Consiglio.

Se necessario si analizzino i contorni e anche le divisioni del nostro sistema. Senza voler entrare in casa d’altri però chi deve riposizionare Forza Italia lo faccia presto.

In questo momento tutti hanno bisogno di tutti e questo trasla da slogan elettorale a definizione del nuovo collante operativo. Certamente è «estremamente difficile» capire ora cosa succederà e presto anche da lì potranno dire : «Uscimmo a riveder le stelle».

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