L'approfondimento

Risorse PNRR: si naviga a vista

Milena Schirinzi

Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha dato nuova linfa all'intero comparto

Quale sarà il futuro dell’edilizia quando si esauriranno le risorse del Pnrr? E quali saranno le nuove sfide che le aziende dovranno vincere sul territorio? Ne abbiamo parlato con il presidente di Ance Lecce, Gabriele Greco, titolare dell’impresa di costruzioni Leadri srl.
Presidente, qual è lo stato di salute del settore edile sul territorio?
«Navighiamo a vista: ognuno cerca di fare del suo meglio per portare avanti i progetti che ha in cantiere. Ma la vera sfida, in questo momento, è quella di onorare l’appuntamento fisso del pagamento mensile degli stipendi ai dipendenti, agli operai e ai dirigenti».
Quali sono le cause scatenanti della crisi attuale?
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha dato nuova linfa vitale all’intero comparto. Ma non basta. Ogni anno, nel settore delle costruzioni stradali, vengono bandite pochissime gare d’appalto perché gli enti appaltanti non trovano coperture economiche sufficienti. Dobbiamo cominciamo a ragione su cosa succederà quando le risorse del Pnrr si esauriranno: come sosterremo l’edilizia? Servono misure strutturali ed è necessario stanziare risorse per bandire nuove gare. Il Pnrr non è una misura eterna e abbiamo bisogno di una visione strategica per aiutare un settore che muove gran parte dell’economia italiana, generando lavoro e alimentando l’indotto».
Quali sono le sfide da affrontare?
«Tutte le città italiane affrontano il problema dell’edilizia popolare: troppe combatte in prima linea. Il Salento è una meta turistica conosciuta in tutto il mondo, ormai, grazie alla capacità che hanno avuto i salentini di creare un marchio dal nulla. Ma il salto di qualità si fa migliorando le strade e le vie di collegamento con i principali luoghi d’interesse, permettendo ai turisti di raggiungere facilmente le località balneari sui due mari. Penso al progetto della metropolitana di superficie che si potrebbe realizzare sfruttando e potenziando la rete dei treni di Ferrovie Sud Est. Occorre poi mettere in sicurezza le arterie stradali, a partiredalla strada statale 274 che collega Gallipoli a Leuca che dovrebbe diventare a quattro corsie. Altra arteria pericolosa è la strada che collega Nardò a Taranto, passando per Avetrana: un’arteria che condensa il passaggio dei mezzi pesanti. Occorre decongestionare il traffico che lambisce Porto Cesareo per agevolare anche il turismo balneare che si concentra su quelle spiagge».
Gli interventi di edilizia hanno permesso anche di riqualificare vecchie strutture abbandonate, come antiche masserie e palazzi storici. Anche questa è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.
«Certamente. Gli imprenditori sono stati bravi a sfruttare le misure di finanziamento che hanno permesso di trasformare masserie e palazzi, persino ruderi abbandonati, in strutture ricettive di grande prestigio. In questo modo sono riusciti a generare nuovi posti di lavoro, producendo un fiorente indotto. Interventi di questo tipo sono in moto da anni e continuano ancora oggi, con nuovi cantieri che continuano a nascere nei centri storici e anche a Lecce. Il mondo è in continuo cambiamento e si modificano continuamente le richieste del mercato. Chi avrebbe pensato, vent’anni fa, che una masseria abbandonata si sarebbe trasformata in un luogo chic in cui vivere o trascorrere le vacanze? Pensiamo anche al rapido sviluppo delle zone industriali di Nardò, Galatone o Lecce che hanno convogliato quelle attività produttive, anche di tipo artigianale, che prima erano diffuse nei centri storici. Se tutto cambia continuamente, anche il settore edile dev’essere bravo a surfare l’onda».

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