Trasporti

Puglia, in arrivo le gare per i bus: una partita da 2 miliardi

massimiliano scagliarini

Pronto il piano con i nuovi collegamenti: tagliati i doppioni, più corse per porti e aeroporti. Ma nei Comuni niente concorrenza

Meno sovrapposizioni, più collegamenti con porti, stazioni e aeroporti e una revisione del sistema dei collegamenti integrativi e sostitutivi dei servizi ferroviari. Con appena dieci anni di ritardo la Regione si prepara a dare attuazione ai principi europei in materia di trasporto pubblico locale: le gare che le Province (e la stessa Regione) dovrebbero lanciare entro giugno 2026 ridisegneranno il quadro dei servizi su gomma. Ma il traguardo è solo apparentemente dietro l’angolo.

Domani si apre a Bari la conferenza di servizi in cui verrà esaminato il nuovo Piano triennale dei servizi in cui i tecnici dell’assessorato regionale ai Trasporti hanno riassunto il nuovo assetto dei collegamenti su gomma. La scelta, fatta nel 2016, è di suddividerli su sei bacini (che coincidono con le Province), più un settimo bacino regionale che contiene i collegamenti extraprovinciali. Una partita da oltre 2 miliardi (250 milioni di euro l’anno per nove anni) che, come ha fatto notare l’assessore ai Trasporti, Debora Ciliento, «non va a tagliare percorrenze e dunque non incide sui livelli occupazionali, per i quali esiste una specifica clausola di salvaguardia».

Nel 2004 la Puglia ha affidato il servizio extraurbano al consorzio Cotrap, inventato ai tempi di Fitto, che raggruppa tutti gli operatori. L’assetto disegnato dal nuovo piano prevede (salvo decisioni diverse in conferenza dei servizi) gare provinciali a lotto unico distinte tra servizio urbano e servizio extraurbano. Un singolo operatore non potrà aggiudicarsi entrambi i servizi su base provinciale, ma non ci sono limiti al numero di lotti. E non è detto, soprattutto, che ai nastri di partenza non si presentino altri concorrenti: potrebbero infatti esserci alleanze tra big.
Il piatto più ricco è nel bacino di Bari, che vale 72 milioni di euro l’anno, seguito da Foggia e Taranto. La Regione e le singole Province hanno già pubblicato gli avvisi di preinformazione, ma esiste un dubbio sulla capacità tecnica degli enti locali di gestire procedure così complesse: proprio per questo la Regione ha predisposto una norma che prevede la possibilità di delegare le gare a soggetti terzi individuati dalla giunta, come ad esempio Innovapuglia.

Il servizio su gomma copre circa 100 milioni di km l’anno, di cui 30 nelle città (per avere una misura di paragone i treni locali valgono 13 milioni di km). Uno studio della Sapienza ha individuato i corrispettivi chilometrici sulla base dei costi standard, che variano tra urbano e interurbano. Per i centri maggiori (Bari, Lecce, Molfetta e Taranto manterranno) il servizio urbano resterà in-house, anche se un 10% dovrà comunque andare in gara (i Comuni sceglieranno quali linee far gestire ai privati). Un’altra novità riguarda i sostitutivi e gli integrativi dei servizi ferroviari, oggi appannaggio dei gestori del ferro: 14 milioni di km l’anno che in parte sono stati riportati su ferro e in parte (8 milioni di km) ridistributi tra i servizi ordinari. Questo contribuirà a evitare alcune situazioni critiche (i bus di Ferrovie Sud-Est) ma anche a eliminare servizi doppi o in alcuni casi tripli (e inutili) come quelli sull’asse Bari-Taranto, e a rinforzare i collegamenti nel Salento (con questa operazione Lecce ha guadagnato infatti quasi 2 milioni di km). Nel piano rientrano anche i nuovi Brt di Bari e Taranto, che otterranno dunque il contributo di esercizio dal fondo nazionale.

Dai dati di sistema presentati dal capo del dipartimento Trasporti, Vito Antonacci, emerge che il servizio extraurbano presenta in Puglia un buon livello di efficienza, mentre sull’urbano la situazione è più critica. «Un eventuale taglio dei fondi statali - fa notare Antonacci - si riverbererebbe in maniera pericolosa sulla Puglia, nonostante la previsione di clausole di salvaguardia».
Nella revisione dei servizi dovrebbe esserci un rafforzamento dei collegamenti tra stazioni e aeroporti, che riguarda in primis Bari ma anche Brindisi oltre che gli altri capoluoghi: ci sono per esempio tre coppie di bus tra l’aeroporto di Bari e Taranto, e una linea che collegherà aeroporti e porti di Bari e Brindisi. L’altro obiettivo strategico è il biglietto unico integrato.

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