Territorio
Eolico offshore, l’Europa spinge
Von der Leyen: «Adesso permessi più veloci»
La Commissione europea presenterà «un pacchetto di misure europee sull'energia eolica, in stretto coordinamento con l’industria e i Paesi membri» dice la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione alla plenaria del Parlamento europeo. «Accelereremo ulteriormente il rilascio dei permessi. Miglioreremo i sistemi di aste in tutta l'Ue», sottolinea in particolare von der Leyen.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, da parte sua annuncia che porterà a breve in Consiglio dei ministri un decreto legge sull'energia che prevede interventi sull'individuazione delle aree idonee per le rinnovabili e per l'eolico offshore. Ospite l’altro giorno a Bari in Fiera del Levante, il ministro ha detto che «l'obiettivo del Governo è di arrivare entro il 2030 a produrre i due terzi di energia necessaria da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, idrogeno,ecc.) invertendo quelli che sono i dati attuali in Italia che oggi è costretta ad acquistare energia dall’estero per soddisfare il fabbisogno nazionale» e che «il sud è la terra del sole e del vento, e l’energia che ne deriva può fare moltissimo e creare condizioni di benessere. Sull'eolico offshore stiamo valutando l'ipotesi di creare grandi isole offshore a largo, in modo da sfruttare il vento a molto beneficio. Sono invece contrario alla creazione di piccoli pezzi di impianti offshore davanti alle coste».
Parole che hanno riacceso i riflettori sui progetti per la creazione di parchi eolici offshore al largo della Puglia. Con solo 30 megawatt installati (il parco di Taranto, con turbine fisse) e un obiettivo al 2030 di 2,1 gigawatt, oggi l’Italia è a dire poco indietro sull’eolico in mare, se si confronta con i grandi come Cina, Regno Unito e Germania, che vantano un installato nel 2022 di rispettivamente 30 gigawatt, 14 gigawatt e 8 gigawatt e un target al 2030 di 60 gigawatt, 50 gigawatt e 30 gigawatt. Sardegna, Sicilia e Puglia sono le aree più adatte, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50%, stando ai trend attuali, per raggiungere i target energetici al 2030, tracciati nella bozza del decreto Aree idonee. In Puglia, in particolare, sono state presentate richieste di connessione per l’eolico offshore pari a 29 gigawatt.
Tra i progetti, spiccano quelli di Renantis (in partnership con Blue Float Energy), società controllata dal fondo, JP Morgan Asset Management, che prevede un investimento di circa 7,5 miliardi di euro per realizzare due parchi eolici marini galleggianti al largo delle coste pugliesi, Kailia Energia e Odra Energia. Progetti destinati ad avviare interessanti collaborazioni imprenditoriali, come emerso dalla Floating Offshore Wind Community, un progetto creato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con i partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, la società che gestisce l’ex Ilva di Taranto, presentato nell’ambito del Forum di Cernobbio.
«Ci siamo pubblicamente impegnati – dice alla Gazzetta Ksenia Balanda, direttore responsabile dei progetti Kailia Energia e Odra Energia - a contribuire allo sviluppo di catene di approvvigionamento regionali per tutte le fasi progettuali. Di ciò beneficeranno le comunità locali e aumenterà la sicurezza della nostra catena di fornitura, consentendo grandi investimenti sul territorio e la creazione di prodotti e competenze esportabili successivamente in altri mercati». Aggiungendo: «Vogliamo valorizzare le imprese e le infrastrutture presenti in Puglia, su tutti i porti, forti anche dell’esperienza che abbiamo nei comparti onshore e offshore in Italia e all’estero. Siamo anche impegnati nello sviluppo di un modello che permetta alle comunità locali di investire nei progetti e beneficiare del funzionamento dei parchi eolici offshore. Puntiamo alla creazione di nuove professionalità, lavoriamo con Università, e puntiamo a costruire percorsi valoriali con istituti tecnici e scuole, con l’obiettivo di creare professionalità specializzate nel settore eolico marino. Massima attenzione, poi, all’imprenditoria locale, collaborando con le comunità pugliesi per per identificare opportunità di sviluppo di imprese complementari alla produzione di energia eolica marino».
Tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024 sarà depositata, per entrambi i pachi, la domanda di Via, la valutazione di impatto ambientale, per poi passare alla fase esecutiva che prevede l’entrata in esercizio entro il 2030.