POTENZA - «Leggo con grande attenzione le parole di Carlos Tavares di ieri, a Parigi, in particolare il riferimento allo stabilimento di Melfi, su cui sono in corso nostre interlocuzioni ai massimi livelli con Stellantis, rispetto al quale resta alta la prospettiva di sviluppo dell’azienda": lo ha detto, in una nota, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
«Ho apprezzato, però - ha aggiunto - soprattutto le parole di Tavares sulla non strategia della Ue sull'automotive, che sta creando 'confusionè e soprattutto danneggia il mercato europeo rispetto a quello cinese e americano, come avevo denunciato a giugno scorso, dopo il voto dell’europarlamento sullo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035, che di fatto regala il mercato europeo ai cinesi. Come ha detto giustamente Tavares, 'Non possiamo permettere che succeda al settore dell’auto quello che per esempio è accaduto nelle compagnie aereè. Lo ha detto anche il Ministro Cingolani: si rischia un vero 'bagno di sanguè sociale e occupazionale. Chiederò al nuovo Governo di mettere in campo da subito una moratoria e una strategia a livello europeo per favorire una transizione ecologica che non colpisca solo i lavoratori e le fasce più deboli. Dobbiamo sempre tenere presente che il nuovo mercato delle rinnovabili e dell’elettrico non garantisce gli stessi posti di lavoro dell’industria 'tradizionale'. Serve realismo e non ideologia, dobbiamo - ha concluso Bardi -difendere i posti di lavoro sul territorio e le produzioni italiane ed europee».
Confindustria, subito un tavolo specifico
«E' necessario ottenere subito da Stellantis, con la triangolazione del nuovo Governo, la disponibilità di un tavolo specifico per lo stabilimento di Melfi": è l’indicazione del presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma.
In una nota, Somma ha sottolineato che è necessario "comprendere quali siano le reali prospettive industriali e definire, di conseguenza, le azioni da mettere in campo per salvaguardare livelli produttivi e occupazionali. Ma la sola difesa dell’esistente - ha aggiunto - non può bastare. È necessario programmare e realizzare tempestivamente le condizioni per nuovi investimenti. È improcrastinabile che la Regione eserciti da subito nei confronti del nuovo Governo una forte azione di sensibilizzazione rispetto all’assoluta priorità che la questione Stellantis riveste per l’Italia e per la Basilicata».
Ricordando che dell’indotto della fabbrica fanno parte 26 aziende, con tremila dipendenti, il presidente della sezione industrie meccaniche di Confindustria Basilicata, Carlo Carulli, ha ricordato che «nella migliore delle ipotesi il 2022 si chiuderà con circa 170 mila auto prodotte, più del 32 per cento in meno rispetto ai già ridotti volumi del 2019. Ormai da settimane stiamo lavorando a singhiozzo a causa di una sensibile riduzione delle attività determinata prevalentemente, ma non solo, dalla carenza di componenti elettronici. Questo, chiaramente, ha pesanti risvolti occupazionali, anche in considerazione del grande ricorso che le imprese hanno già fatto agli ammortizzatori sociali. Va messa a punto una vera e propria cassetta degli attrezzi per accompagnare l’indotto in questa complicata fase di transizione», ha concluso Carulli, scongiurando «un serio rischio di deindustriualizzazione per la filiera automobilistica lucana che metterebbe in ginocchio la tenuta economica e sociale della regione».