Il caso
Monumenti chiusi ai turisti: Lucera, capitale della Cultura pugliese 2025, rischia un flop gigantesco
Decollo? In queste condizioni sarà difficile. Ecco perché chiudono gli hotel
LUCERA - La città della rucola che cresce spontanea nelle aree monumentali. La crucifera è presente abbondante non solo all’interno della Fortezza svevo-angioina: ma quì fa pendant con il luogo, meno sui resti delle Terme romane. A poco più di 70 giorni dalla inaugurazione del sito archeologico tornato a splendere e della “nuova” piazza San Matteo che lo cinge (restaurati e imbellettati ambedue grazie a oltre 500 mila euro provenienti in gran parte dalle risorse del PNRR), quel che rimane dell’impianto termale di età imperiale inizia a essere coperto... da una rucola “imperiale.” Può ben dirsi: le rucole di due diversi imperi. Potrebbe essere il must del prossimo anno, quando Lucera si eleverà a Capitale della cultura pugliese.
A proposito, ma si può competere, ad esempio, con Mesagne, città messapica di 26 mila abitanti che nel 2023 ha fatto segnare nelle vesti di “Capitale regionale della cultura” record assoluti di presenze, di eventi, di mostre internazionali, rivoltata come un calzino da un sindaco avveduto come Toni Mattarelli che è anche presidente della provincia di Brindisi ? Non crediamo proprio. Il sindaco Pitta prendesse esempio dal suo omologo mesagnese. E si consigliasse. Se le premesse sono quelle di qualche giorno addietro a Lucera, il flop sarà garantito nel 2025. O ben che vada, si tratterà di una meteora che passa e non lascia il segno. Inaudito ciò che si è registrato nello scorso week-end: i monumenti sono rimasti chiusi in una giornata cruciale per il turismo alto della giornata di Ognissanti.
Lasciando con un palmo di naso diverse comitive giunte a Lucera cariche di aspettative. Deluse in pieno. E che dire del fatto che dallo scorso 31 ottobre i monumenti principali di una città che ha ambizioni, essendo rientrata nelle prime dieci città italiane che hanno concorso per il palmares di “Capitale italiana della cultura 2026“, poi assegnato a L’Aquila, presentarsi senza armi e bagagli a un appuntamento cruciale - quello del 2025 - per tentare il rimbalzo sull’onda del turismo ? Ma come si può concepire una offerta turistica attualizzata alla richiesta se, appunto, i monumenti dal martedi alla domenica sono chiusi a partire dalle ore 13 sino a tutto il 30 marzo 2025? D’altronde, come si è sempre registrato con ogni amministrazione comunale che si sia alternata a palazzo di Città. E’ roba da turismo preistorico. Si paga un ticket d’ingresso pari a 3 euro. Bene. Perchè non impegnare quelle seppur scarse risorse per incentivare i custodi municipali a tenere aperti i due monumenti emblema della città sino alle ore 16, in orario continuato almeno nel periodo autunno/inverno, come si fa quasi ovunque ormai ? I dipendenti accetterebbero di buon grado, senza che su di essi possa gravare la minima ombra di scansafatiche. Dovrebbe essere la dirigenza del settore a programmare la svolta, su indirizzo del governo cittadino.