Arte
Basilicata, la Balena Giuliana diventa fumetto grazie a Giulio Giordano
Pubblicato dalla casa editrice Osanna, il volume è incentrato sulla Balena Giuliana, oggi al centro del percorso espositivo «Giuliana degli abissi» allestito nelle sale del Museo Archeologico Nazionale «Domenico Ridola»
Un enigma da risolvere e un mondo primitivo e selvaggio da riportare alla luce. E così dagli oceani del tempo riaffiora «La Regina degli abissi», finalmente libera dalla prigione di fango che intrappolava i suoi resti e adesso pronta a narrare la sua storia, sussurrandola, a chi vorrà ascoltarla. È questa la trama del fumetto realizzato da Giulio Giordano e pubblicato dalla casa editrice Osanna. Un volume incentrato sulla Balena Giuliana, oggi al centro del percorso espositivo «Giuliana degli abissi» allestito nelle sale del Museo Archeologico Nazionale «Domenico Ridola» e curato dalla direttrice Annamaria Mauro e da Laura D’Esposito.
Il racconto del complesso allestimento è completato dal fumetto d’autore «La Regina degli abissi» appunto, a cui ha lavorato Angelo Parisi per la storia. Al centro della trama la semidea Talassa, figlia del possente Nettuno, incaricata dal padre di riportare in vita la balena giuliana, strappandola al silenzio degli abissi. Una storia che si muove tra passato e presente. Un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio e che termina con un atto di coraggio della timida e silente balena che, ricomposta nei suoi resti per volere degli dei, riemerge maestosa dall’acqua e sorvola la città, pronta a mostrarsi al mondo.
Leggendo la trama il riferimento è chiaro. È la metafora delle vicende che hanno interessato la balena?
«Sì certo - risponde il fumettista - ma raccontate attraverso una storia fantasy, in grado di avvicinare al Museo anche un pubblico più giovane. Questa era l’idea della direttrice Mauro. E per svilupparla io e Parisi abbiamo pensato a una storia che in realtà ha due protagoniste, la semidea Talassa e la Balena Giuliana, entrambe regine degli abissi, con la balena che fa un atto di coraggio, si affida alla semidea per riemergere dagli abissi. Un concetto che riportato al presente, rappresenta un affidarsi al Museo che oggi la mostra al mondo».
Per scrivere la storia e realizzare il fumetto ci sono voluti circa sei mesi. È stato un lavoro complesso?
«Sì soprattutto la parte della ricostruzione storica. Ad esempio, per plasmare il tempio di Nettuno che emerge dall’acqua, ho voluto creare qualcosa di imponente e al tempo stesso antico, richiamando la fortezza sottomarina del dott. Hell in Mazinga Z».
E non solo. Nel fumetto è presente la tradizione materana del Carro della Bruna. Una sorta di omaggio alla città?
«Non poteva mancare un richiamo a questa tradizione. E così partendo da un bozzetto ho ricreato un “carro marino”. Alla guida un Nettuno “cocchiere” che ci guarda dall’alto, un pesce gigante sostituisce i classici cavalli mentre le statue di sirene prendono il posto di angeli e puttini».
Il tutto è realizzato in parte a matita e in parte digitalmente ed è stato sviluppato grazie alla sceneggiatura di Parisi che è riuscito a scrivere un testo coinvolgente per le illustrazioni. Altri input per i disegni?
«L’andamento del “su e giù” delle balene mi ha ispirato per riprodurre la colonna sonora delle tavole. Si traduce nel ritmo che scandisce la sequenza delle vignette, dall’alto al basso e viceversa. La suggestione visiva che si viene a creare, ha contraddistinto molti manga degli anni ‘90 in cui mi sono imbattuto ed è una filosofia illustrativa per me efficace».
Il volume verrà presentato nei prossimi mesi insieme all’anteprima del videogioco curato da Fabio Viola che avrà come protagonista Giuliana.