La pandemia

Covid, attenzione alla variante «Bf.7»: «Pochi sintomi, ma è insidiosa»

Nicola Simonetti

Il contagio in arrivo dalla Cina, in attesa di nuove sottovarianti

BARI - Un virus veloce si aggira per le vie e le case di Shangai. È stato battezzato «BF.7», discendente ormai lontano del primitivo Sars-Covid-2 e sua variante Omicron, figlio morganatico della sottovariante «BA.5». È l’ultima scoperta, purtroppo finora, perché non se ne possono escludere altre che anzi sono prevedibili: quanto più «viaggia» il virus, tante più sono le sue varianti e sottovarianti che potrebbero nascere, derivanti da errori nella riproduzione dei virus, figli «ciechi» della fretta che li spinge a circolare ed aggredire.

Quest’ultimo BF.7 ha più intensa capacità di sfuggire alle difese immunitarie proprie del soggetto aggredito, periodo di incubazione (tempo che intercorre tra ingresso del virus nell’organismo e comparsa dei primi sintomi) più breve, ha velocità di trasmissione più «fast» (veloce) ed è più crudele poiché uccide con più frequenza e lo fa in men che non si dica. Da una persona contagiata, la nuova variante è capace di infettarne anche altre 18.

Con i suoi numeri, BF.7 può passare agevolmente fuori controllo. Si presenta quasi come un tornado invasore, come sta avvenendo specie a Shanghai (26 milioni di abitanti scarsamente e mal vaccinati) dove furoreggia da fine dicembre scorso e, oggi ci sono quasi dieci milioni di abitanti contagiati, minacciando l’altra popolazione della città e dintorni, a macchia d’olio. Un inganno di BF.7 è che naviga sotto-mare e non dà sintomi di rilievo creando quindi maggior rischio di contagio: febbre transitoria e neanche molto levata, tosse, mal di gola, naso che cola, doloretti muscolari, fatigue. A volte vomito e diarrea.

Le mutazioni del virus si localizzano sulla proteina S (Spike, che vuol dire punta o chiodo) ricoprendo la superficie bitorzoluta del virus SARS-CoV-2 che, grazie alle sue protuberanze, riconosce e lega il recettore ACE2, porta di ingresso del virus nelle nostre cellule in cui penetra usando il proprio «ago», conquista spazio, possibilità di vita e di riproduzione rapida ed invasione che diventa incubo, angoscia, tormento estensibile - come, facilmente, accadrebbe se non venissero imposte immediate misure di blocco, cordone sanitario severo.

Bloccare il funzionamento della proteina Spike significa impedire al virus di infettare le cellule bersaglio. È quello che fanno i vaccini.

Ora quest’incubo minaccia di migrare verso altri Paesi accompagnandosi all’altra sottovariante XBB Gryphon, nata a sua volta dal matrimonio «sacrilego» tra BA.2.10.1 e BA.2.75 di Omicron 2, soprannominata «invisibile», e ad altre 4 sottovarianti meno importanti.

BF.7 che - come si è detto - dilaga in Cina, è presente in Europa (Belgio, Francia, Germania e Regno Unito), Usa, ma la sua diffusione è in forte ritirata, mentre si conferma che i nostri vaccini hanno efficacia contro questi ceppi.

Non deve affatto consolarci se i test finora svolti a Malpensa sulle persone in arrivo dalla Cina hanno rilevato soltanto la presenza delle sottovarianti di Omicron e non ancora di Gryphon e XBB. La raccomandazione di vaccinarsi è di rigore per evitare una invasione-pandemia dei nostri Paesi. «Nessun dorma» dunque senza essersi vaccinato. Non immunizzarsi mette a rischio la propria salute e quella degli altri, specie dei soggetti fragili, meno difesi dagli anticorpi. Non si accampino scuse: è obbligatorio rispondere ai suggerimenti del calendario vaccinale è dovere civico prima che morale. Ci si vaccini come obbligo d’onore: a distanza di 120 giorni dall’ultima vaccinazione, o positività al virus, la «puntura» va ripetuta. È un imperativo categorico.

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