Vaccini
Puglia, medici no vax reintegrati: scoppia la polemica. Sono 103 i non vaccinati. Anelli: «Nessun rischio». Gemmato: «La legge sarà impugnata». Palese: «L'obbligo per i sanitari resta»
Il reintegro dei medici è solo l’anticipo di una scadenza: al via ricognizione su multe nei confronti dei sanitari contro i vaccini
BARI - Infuria la polemica in merito al reintegro dei medici no vax sospesi in Puglia: secondo la FnomCeo, «far tornare i medici non vaccinati al lavoro in questo momento non è rischioso. L'articolo 32 della Costituzione demanda al Parlamento la definizione del bilanciamento fra i diritti del singoli e quelli della comunità in materia di salute. Durante l’emergenza Covid tutti i partiti, con l’esclusione di Fratelli d’Italia, avevano ragionato sulla prevalenza del diritto della comunità. Adesso l'andamento della patologia è cambiato, per questo il governo propone al Parlamento l’adozione di un atto che ripristini il corretto funzionamento dell’articolo 32 della Costituzione». Lo ha sottolineato il presidente nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, intervenendo sullo stop all’obbligo vaccinale del personale sanitario. Rispondendo alla domanda sulla legge pugliese, che tiene lontani dai reparti più a rischio i medici non immunizzati, Anelli ha aggiunto che «non c'è conflitto fra norma nazionale e regionale. La prima disponeva che la vaccinazione fosse requisito indispensabile per esercitare la professione, e quindi sospendeva il personale no vax. La seconda non sospende, ma si limita a impedire ai medici non vaccinati di lavorare nei reparti più a rischio». In Puglia i medici non vaccinati potranno quindi essere allontanati solo da alcuni reparti. «La norma nazionale durante l’emergenza ha funzionato bene - conclude Anelli -. Avevamo una media di 80 decessi al mese, che quella legge ha fermato. Ma adesso la situazione epidemiologica consente il ritorno alla normalità. Resteranno le mascherine e la prudenza».
Il commento di Bellomo (Lega)
«La polemica sul reintegro dei sanitari no vax negli ospedali è chiaramente pretestuosa e priva di senso. Il provvedimento del governo di centrodestra anticipa di soli due mesi una decisione che era già stata assunta dal precedente esecutivo e risponde a una precisa e pressante esigenza: recuperare prestazioni ospedaliere. Soltanto in Puglia sono 200mila gli arretrati da smaltire a causa di una sospensione che, per sua natura, non poteva che essere temporanea. Senza dimenticare che saranno poi le Regioni e le direzioni sanitarie a decidere in quali reparti impiegare il personale recuperato. In Italia 15mila operatori sanitari non hanno potuto svolgere la loro attività in virtù dell’obbligo vaccinale. Richiamarli in servizio con un semplice anticipo di due mesi, eliminando una norma che era vigente solo nel nostro Paese, non può essere certo bollato come un premio ai no vax. Con buona pace di qualche Governatore per il quale l’autonomia regionale va bene solo quando gli conviene. Anche in spregio a una legge dello Stato». Lo dichiara Davide Bellomo, deputato della Lega.
Le parole del sottosegretario alla Salute Gemmato
«Per ora sulle multe ai no vax stiamo facendo una ricognizione internazionale e mi sembra ci siamo solo in Grecia e forse in Spagna oltre all’Italia» Lo ha detto il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato a SkyTg24 riferendo che a suo parere anche 100 euro «in questo momento di crisi economica possono essere un peso». «Abbiamo semplicemente anticipato il termine di sospensione per i sanitari non vaccinati, rispondiamo all’esigenza di un maggior numero di medici a disposizione in un momento storico in cui le occupazioni delle intensive sono al 2%», ha aggiunto. Il sottosegretario ha poi commentato la questione della legge regionale pugliese che impedisce l'impiego dei medici non vaccinati contro il Covid-19 nei reparti più a rischio: "verrà impugnata" ha sottolineato sempre su Sky Tg 24.
Amati: «Legge pugliese non può essere impugnata»
«Diversamente da come sostiene il sottosegretario Marcello Gemmato, intervistato da SkyTg24, la legge pugliese sull'obbligo vaccinale per Covid è valida e non può essere impugnata: il termine per l’impugnativa del Governo nazionale è scaduto il 9 maggio 2021, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione. Più di un anno e mezzo fa». Lo dichiara il presidente della I commissione Bilancio del Consiglio regionale pugliese, Fabiano Amati (Pd). La legge sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, incluso il Covid, era stata già impugnata ma la Corte Costituzionale ha rigettato l'impugnazione.
«Invito - prosegue Amati - dunque il sottosegretario Gemmato a esercitare la funzione istituzionale con maggiore puntualità, senza creare turbamento nella leale collaborazione tra Stato e Regioni ed evitando di trasformarsi da farmacista in alchimista.
Il Governo nazionale mediti, piuttosto, di estendere a tutte le regioni italiane l’obbligo vaccinale per tutte le vaccinazioni, così come richiesto dagli scienziati italiani con la Carta di Pisa e ottemperando alle disposizioni statali sul Piano vaccinale nazionale, questo sì posto in rapporto di superiorità gerarchica nei confronti della legge regionale».
Il monito dell'assessore Palese
In Puglia «la legge» che obbliga il personale sanitario a vaccinarsi anche contro il Covid «c'è e rimane in vigore»: lo ribadisce l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese. La legge regionale stabilisce che gli operatori sanitari non vaccinati non possono essere a contatto con i pazienti ricoverati negli ospedali. L’obbligo di vaccino in Puglia non riguarda solo il Covid ma altri 10 vaccini, gli stessi previsti anche dal piano nazionale. «La legge regionale 2021» della Regione Puglia che estende l’obbligo vaccinale agli operatori sanitari anche per il Covid-19 «è stata già vagliata e approvata dal governo» e sono trascorsi i termini. Per questo motivo «non è impugnabile». Lo dice l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, replicando all’annuncio del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che la norma verrà impugnata. Palese ricorda che la legge regionale 19 giugno 2018, numero 27, «aveva già passato anche il vaglio della Corte Costituzionale». Poi la norma nel 2021 è stata modificata e integrata aggiungendo ai vaccini obbligatori anche quello contro il Covid.
La norma prevede che «al fine di prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni occupazionali e degli agenti infettivi ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività» la Regione Puglia individua "i reparti dove consentire l’accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente per i soggetti a rischio per esposizione professionale». I reparti sono quelli di oncologia, ematologia, radioterapia, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, emergenza-urgenza e pronto soccorso, terapia intensiva e rianimazione. Oltre ai reparti dove vengono eseguiti trapianti o gestiti pazienti trapiantati, le unità dove vengono trattati pazienti dializzati, e quelli dove vengano trattati altri pazienti immuno-compromessi.
«Sono, altresì, da considerarsi ad alto rischio di trasmissione di queste malattie infettive le strutture ambulatoriali/consultoriali dove vengono assistite donne in gravidanza e bambini, nonché i servizi vaccinali» è scritto nel testo. La Corte Costituzionale ne ha dichiarato la legittimità costituzionale con sentenza n. 137 del 6 giugno 2019. Nel 2021 la Regione ha esteso l’obbligo anche al vaccino Covid.
Sono 10 i medici e 103 gli operatori sanitari pugliesi non vaccinati
In Puglia sono 10 i medici del sistema sanitario regionale a non aver ricevuto la vaccinazione anti Covid, sono 103 i dipendenti in totale, considerando tutti gli operatori sanitari. Il dato è fornito dalla Regione Puglia. "La situazione di questo personale sanitario è regolata dalla legge regionale, che consente solo agli operatori che si sono vaccinati, secondo le indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente, di poter accedere a determinati reparti ospedalieri. Questo a tutela dei pazienti e degli stessi operatori», commenta l’assessore alla Sanità, Rocco Palese. «La Regione Puglia - prosegue Palese - ha consolidato nel tempo un quadro normativo regionale in materia di prevenzione vaccinale grazie alla professionalità, alla sensibilità e alle competenze presenti nel quadro dirigenziale regionale e dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali impegnati in prima linea nella prevenzione delle malattie infettive e nella protezione e sicurezza degli operatori».