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Sanremo e Putignano, Nord e Sud insieme

Gianni Ciardo

Per una festa che si rispetti, ci vogliono preparativi, prove e conferme di successo

Buongiorno. È festa, è già festa. È festa dappertutto. Per una festa che si rispetti, ci vogliono preparativi, prove e conferme di successo. Ognuno per le sue cose. Ad esempio, così sarà per il Festival di Sanremo, così pure per il Carnevale di Putignano.
Nord e Sud insieme per la felicità della patria; della serie non si può stare mai tranquilli. Se è per questo, oggi è anche l’onomastico di Dorotea Manzari, che, per chi non lo sapesse, è il 6 febbraio. Chi è Dorotea Manzari? Dorotea è una Santa.
Dicevo che non si può stare mai tranquilli, anche perché, la felicità non è per tutti.
Un po’ come la marchesa che camminando sugli specchi, disse “me la vedo nera!” Scherzavo. Naturalmente, però, i paradossi funzionano sempre. Il Carnevale è una festa per tutti. Ognuno si veste come gli pare. Sfilate di carri allegorici ci allietano per le strade delle cittadine di provincia, dei paesi e anche dei condomini. Costumi sgargianti da cui sprizza allegria, coriandoli fatti di bollette del gas e chiusure di negozi, non per lutto, ma per necessità.

Artisti, attori, attrici che finalmente, dopo aver tentato di far teatro in altri mesi, a febbraio col Carnevale approfittano.
A Bari, però, quando qualcuno fa una cosa che non gli compete si dice: «Sembri proprio nù carneval…!» Naturalmente, tutto questo, senza togliere niente all’attività dei teatranti, ma soprattutto dei politici. Qualcuno si chiederà se i politici agiscono soltanto durante il Carnevale. La risposta è semplice: no, anche in altri mesi! Mamma mia che antifona! Con le antifone si può rischiare una denuncia per diffamazione. Ma voi, cari lettori, dovete stare tranquilli perché per la diffamazione non c’è rimedio. Lo dice la parola stessa: se c’è una diffamazione, può esserci anche una bugia. La diffamazione è come non rispondere mai alle lettere anonime. Scusate la divagazione, ma è Carnevale e, dunque, tornando al punto, andiamo tutti a teatro. Si ride?
Certo che si ride! Sennò che teatro è? Ma dov’è? Che domanda è questa? L’importante è dirlo, non occorre farlo.
Ma quanto costa? Non c’è prezzo, l’importante è che venga chiamato teatro. Fare teatro implicherebbe farlo senza soltanto dirlo. Ma ormai l’importante è dirlo, non farlo. A questo punto, volevo ricordare che scrivere sulla «Gazzetta del Mezzogiorno» rappresenta per me un prestigio, un onore e una lusinga. Non ho Whats’app e nemmeno una mail per leggere o comunicare le scemenze o le foto di come si fa la parmigiana, oppure i dolci fatti con le proprie mani o, ancora, le foto dei propri bambini, naturalmente, più belli del mondo. La «Gazzetta» scrive, dice, legge, giurisprudenza, medica, spettacola, sportizza, musica, virgola, punteggia, parentesi, congiuntivide, ma soprattutto, vive anche durante gli altri mesi dell’anno. Con questo, teniamoci in contatto e continueremo a vederci e a leggerci per ancora molto tempo. Pazienza e buona vita, possibilmente con deontologia. Ah…dimenticavo: oltre a dire «ciao Mondo», «buon giovedì grasso», «buon onomastico», «buon febbraio», «buona vita», vi auguro «buon tutto».

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