Serie B

Caserta scuote il Bari: «Ora alziamo il livello»

Antonello Raimondo

Il caso Sibilli: «La giustizia sportiva? Nessuna comunicazione, lui tranquillo e io lo alleno»

La voglia di giocare è tantissima. Sosta utile, indubbiamente. Allenamenti ad alta intensità, l’esigenza di limare la condizione generale e di qualche singolo. Però i punti in palio sono un’altra cosa. Il pieno di adrenalina e la curiosità nel togliere il velo su una squadra che dovrà recitare un ruolo da protagonista, in linea con la storia del club e la passione sconfinata di una tifoseria sempre e comunque in prima linea. In archivio due partite che hanno lasciato in eredità un bel po’ di cose. Buone, soprattutto. Nonostante un bottino abbastanza misero (appena un punto all’attivo). Sensazioni positive, nel complesso. Un dato di fatto e se n’è accorta anche la gente che guarda al Bari con occhi diversi. Occhio, però. A non farsi trascinare dai fumi. Il risultato non è mai un dettaglio, nemmeno quando sei costretto a confrontarti con avversari di rango (Venezia e Monza). C’è ancora tanto da lavorare. E molto da fare sul piano della redditività (punti).

La chiacchierata pre-partita comincia da due singoli fondamentali nella costruzione della squadra, Gytkjaer e Castrovilli. Caserta fa il punto della situazione: «Christian sta bene, il piede è a posto ma preferiamo non rischiarlo. Sarà a disposizione dalla trasferta di Palermo. Per quel che concerne Gaetano sono in tanti a chiedermi se è in grado di giocare dal primo minuto. Credo sia saggio non avere fretta. Lo conosco da tanti anni e mi spiace abbia avuto tantissima sfortuna alla voce infortuni. Sta lavorando bene ma di tanto in tanto accusa un pizzico di sovraccarico al ginocchio. E, quindi, procediamo con cautela. Castrovilli è un lusso per la serie B, basta vedere come controlla il pallone. Quando entra riesce a incidere con la sua qualità mentre la partita tende ad aprirsi e i ritmi si fanno meno frenetici. Ma è ovvio che l’obiettivo resti quello di dargli una tenuta più lunga».

Due trasferte all’orizzonte. E tutte e due abbastanza complicate al cospetto di avversari quotati. «In un campionato storicamente complesso ed equilibrato non esistono partite più o meno difficili. E poco importa se si giochi in casa o in trasferta. Noi andremo a giocare sul campo di un Modena che punta a disputare una stagione importante. Un club capace di fare un mercato di valore, al netto di qualche partenza. Sono arrivati calciatori importanti e, soprattutto, è rimasta l’ossatura di un gruppo che già l’anno scorso presentava valori notevoli. Mi piacerebbe notare che il Modena ci rispetti. Vorrebbe dire che siamo stati credibili nella prime giornate di campionato».

«C’è da migliorare in tante cose - continua Caserta - ma ripeto che le valutazioni vanno fatte sull’intero arco della partita. Contro Venezia e Monza il Bari ha giocato buone partite, pur commettendo errori. Però nell’analisi degli errori mi piacerebbe che venisse preso nella giuta considerazione il valore dell’avversario. Prendiamo il gol del Monza. Noi non siamo stati irreprensibili ma non possiamo negare la qualità delle giocate brianzoli, dall’efficacia nello smarcamento alla perfetta finalizzazione. Tutto è migliorabile e non solo per il Bari».

Il discorso scivola sull’importanza di Verret, subito “padrone” a centrocampo. «Si può essere leader in tanti modi - racconta Caserta con tono persuasivo - lui lo è in quello silenzioso. Parla poco ma dà l’esempio con i comportamenti. Calciatore intelligente oltre che bravo sul piano tecnico. Paralleli con il mio Catanzaro? Squadre diverse ma entrambe di valore. Lì avevo Iemmello, un attaccante fortissimo e in grado di far giocare bene la squadra. Ecco, dalla trequarti in su dobbiamo trovare gente in grado di costituire un riferimento. Chi prende il pallone e accende la manovra».

Chiusura dedicata al caso Sibilli, alle prese con un’inchiesta finita nelle mani della giustizia sportiva. «Nessuno ha comunicato qualcosa alla società e io continuerò afare il mio lavoro. Il mio compito è allenarlo, lui lavora bene ed è sereno. Per me è tutto uguale».

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