serie b

Il Bari con l’adrenalina, c’è il Sassuolo nel mirino

antonello raimondo

Sprint per i playoff e fase offensiva che impone un giro di vite. E il tema della pericolosità offensiva resta caldissimo

BARI- Non sarà la partita decisiva. E nemmeno quella più importante dell’anno. Quando incroci la strada della capolista, però, non è mai una cosa banale. Tempo di verifiche, insomma. Quelle che, da sempre, ci si affretta a definire «prove di maturità». A casa della prima della classe, per distacco, il Bari sarà chiamato a dare qualche segnale di risveglio. Non è tanto la classifica a preoccupare, ci sono ancora tempi e punti in palio per centrare tranquillamente l’obiettivo playoff. Fa discutere, semmai, la chiara involuzione dei biancorossi alla voce pericolosità offensiva. Da un bel po’ di partite la squadra ha perso smalto e anche un pizzico di incoscienza. Bloccata, a tratti timida, conservativa e per nulla votata all’attacco come testimoniano i numeri dei tiri nello specchio della porta. Non può essere questo l’andazzo all’alba di uno sprint che dovrà, nella prima parte di maggio (l’ultima giornata si giocherà venerdeì 9 maggio), scrivere la prima sentenze stagionali.

Certe questioni riguardano soprattutto l’allenatore. Con Longo che resta interlocutore credibile, per mille e un motivo. A lui il club ha chiesto di gestire una prima fase di ricostruzione. In estate ci sono stati tantisismi cambiamenti e non era scontato che le cose andassero subito bene. La squadra, nel complesso, è in linea con gli obiettivi. Giochi apertissimi e non solo per gli ultimi due posti della «griglia». Longo è interlocutore credibile, ancora giovane ma già con un bagaglio sufficiente per gestire le turbolenze di una piazza complessa, e ambiziosa, come Bari. Dalle incertezze dell’estate alla verifica del campo. Con ventotto partite in archivio si può sostenere che all’allenatore torinese sia stata affidata una buona rosa. Non una corazzata, ma nemmeno un gruppo che possa accontentarsi della salvezza o di una partecipazione ai playoff senza lo straccio di un’ambizione. Si può fare di più, insomma. Senza che questo significhi bocciare il percorso fatto finora.

Il tempo scorre lento, tra una partita e l’altra. E non mancano gli spunti di riflessione. Il tema della pericolosità offensiva resta caldissimo. Con un interrogativo sullo sfondo: si può osare di più o fa bene Longo a battere la strada scelta per quasi tutto il campionato (schieramento a una punta con il trequartista a supporto)? Longo, già. Non è il tipo da farsi condizionare, come tutti gli allenatori di valore non sarà mai «sensibile» agli umori della piazza. Schiererà due attaccanti, o due frantasisti, solo quando avrà la certezza che la squadra sia in grado di garantire la stessa compattezza vista finora (quarta miglior difesa del campionato dopo Sassuolo, Pisa e Spezia, forse nona caso le prime tre in classifica). Il problema è che, cercando di alzare l’asticella e di compiere l’ultimo step, la questione attaccanti non può essere ridotta a dettaglio. Le punte a far giocare bene una squadra, prim’ancora che a fare la differenza. E il Bari ne ha ben quattro, tutte discretanente competitive. Longo, nessun dubbio, non sarà felicissimo di schierarne solo una, pur senza dimenticare l’importanza di una panchina «pesante». Nessun partito preso, ci mancherebbe. La «partita» resta aperta più che mai. Aspettando di mettere la mani sui playoff sarebbe già importante la certificazione di una fase offrensiva che funzioni meglio di ora. Per l’ambizione, quella vera, serve anche e soprattutto questo. E Longo ne ha piena contezza.

Privacy Policy Cookie Policy