La polemica
«Lecce trasparente, nessuno si arricchisce»: il presidente del Lecce contro i «seminatori d’odio»
Sticchi Damiani: «Vigili sul mercato e sempre pronti a investire»
LECCE - È un fiume in piena, Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce. Usa toni forti per difendere la sua creatura dai «seminatori d’odio». «Parlo a chiare lettere onde evitare che qualcuno riesca nell’impresa di rompere il bel “giocattolo” che abbiamo costruito e che intendiamo migliorare - dice con tono deciso - C’è chi vorrebbe fare passare e diffondere l’idea che con le plusvalenze fatte registrare nella passata stagione, con la cessione di Hiulmand, ed in questa, con i trasferimenti di Pongracic e Gendrey, i soci si starebbero arricchendo, impoverendo il club. Nulla di più falso. Abbiamo approvato il bilancio al 30 giugno 2024, il nono della gestione dell’attuale proprietà. È pubblico come tutti gli altri. Basta leggerli ed analizzarli. Sono due le voci-chiave. Da una parte i dividendi ripartiti che corrispondono sempre a zero, il che significa che nessuno di noi ha messo in tasca un euro. Dall’altra i conferimenti dei soci in seno al sodalizio che, sommando gli importi presenti in ogni annata agonistica, ammontano a diverse decine di milioni di euro che abbiamo immesso in società, in maniera massiccia, soprattutto ai tempi della serie C e della serie B».
Va oltre, il presidente, approfondendo il proprio pensiero: «La nostra è una società per azioni. È probabilmente l’unica in Italia nella quale i componenti del consiglio di amministrazione non percepiscono un compenso, fatta eccezione per Mencucci, il professionista appositamente chiamato dall’esterno per ricoprire il ruolo di amministratore delegato. In una S.p.A. sarebbe anche legittimo ipotizzare che, ricorrendo le condizioni economiche, i soci recuperino in tutto o in parte, nel tempo, quanto tirato fuori. Ebbene, da un paio di stagioni si stanno registrando situazioni che potrebbero portare, un giorno, in questa direzione, ma noi, invece, abbiamo deciso di investire per dotarci di un centro sportivo di proprietà, il che significa allontanare ogni possibilità di prevedere dei dividenti. Insomma, andiamo convintamente nella direzione opposta perché pensiamo, tutti, nessuno escluso, che il Lecce sia del territorio, che meriti di crescere sempre più».
Ma c’è chi prova a sfaldare l’ambiente: «Ingenerare l’idea, assolutamente falsa, che qualcuno si arricchisca in danno del sodalizio significa allontanare il tifoso che sente tradita la propria passione, ma significa anche fare perdere l’entusiasmo ai soci che, di contro, hanno sin qui fatto delle motivazioni e della volontà di tenere alto il nome del Lecce la loro forza maggiore. Così si rompe il giocattolo, ma noi respingiamo con forza questo tentativo».
Sticchi Damiani si sofferma sulle recenti cessioni: «Terminato il campionato, Pongracic ci ha ringraziati di quanto abbiamo fatto per il suo rilancio e ci ha chiesto di potere aprire un nuovo capitolo altrove, avendo richieste importanti per la sua carriera. Si è presentato il Rennes che gli ha proposto un ingaggio di rilievo, accettando la nostra valutazione di 15 milioni di euro. Poi la Fiorentina ha pareggiato l’offerta e lui ha scelto la “Viola”. Della somma, il 25% va al Wolfsburg, perché era prevista la futura rivendita, ed il 12% al suo agente. L’operazione andava fatta. Per Gendrey, tre ore prima del match con l’Atalanta, abbiamo respinto una proposta di 7,5 milioni di euro, con il calciatore che avrebbe ottenuto un notevole aumento dei propri emolumenti. L’Hoffenheim ha alzato il prezzo a 10 milioni. Non si poteva dire ancora “no” perché contano, legittimamente, anche le aspirazioni dei giocatori. Della somma, il 15% va all’Amiens, in quanto era stata fissata una percentuale sulla futura rivendita, ed il 10% al procuratore dell’atleta. Aggiungo che i pagamenti alla società che vende vengono sempre previsti in due o tre anni. Rammento che il francese è giunto nel Salento da sconosciuto, tra mille mugugni. Lo abbiamo formato, fatto crescere. Ha contribuito ad una promozione dalla B ed a due salvezze. Era giusto non tarpargli le ali. Ci ha salutati con tanta riconoscenza. Il Lecce e, si badi, il club e non i singoli soci, ha avuto il proprio tornaconto economico perché ha accresciuto la propria solidità».
Sul passaggio di Alexis Blin al Palermo afferma: «Aveva un solo anno di contratto e noi ci siamo assicurati, già a gennaio, Pierret, un ragazzo che ha grandi potenzialità ed al quale va dato spazio. Gli altri addii sono stati quelli di Piccoli e di Alqvist, che erano in prestito. Per il primo abbiamo ritenuto di non pagare il prezzo di 12 milioni fissato per il riscatto, mentre per il secondo il mister ha valutato che Gallo e Dorgu meritassero di scendere entrambi in campo e non di essere alternativi l’uno all’altro. Indipendentemente che poi il danese venga schierato da esterno alto a sinistra oppure a destra».
Sul mercato, completato con l’arrivo di Kevin Bonifazi dal Bologna, sostiene: «Corvino e Trinchera, che compongono l’area tecnica, svolgono un lavoro enorme. Pantaleo conosce ogni dinamica della campagna acquisti-cessioni. Abbiamo trattato con Rebic per un mese, a fari spenti, riuscendo a non fare trapelare nulla. Per il nostro sodalizio è impossibile concludere positivamente simili operazioni nella prima fase dell’apertura delle liste di trasferimento, mentre le cose mutano quando si è agli sgoccioli. I tifosi stiano tranquilli perché siamo sempre vigili ed anche a mercato chiuso siamo pronti a sfruttare le opportunità che dovessero presentarsi per migliorare il nostro organico». Il presidente precisa cosa significhi per lui alzare l’asticella: «Siamo destinati a lottare per la permanenza in un campionato che è diventato più competitivo in seguito alla promozione dalla B di sodalizi forti economicamente. Abbiamo allestito una rosa che in panchina ha delle alternative molto valide a chi va in campo. Nonostante ciò, l’impresa di salvarci resta difficilissima. Ma lotteremo strenuamente, con tutte le nostre forze, per centrarla».
Domani, il Lecce affronterà il Cagliari in un match nel quale il complesso giallorosso ha la necessità di muovere la classifica, ma Sticchi Damiani non intende caricare la sfida di eccessivi significati e taglia corto: «Si tratta di una delle 38 partite in calendario. Siamo solo all’inizio. Lasciamo lavorare mister Gotti ed il suo staff. Sosteniamo i ragazzi, dando loro serenità. È questa la strada giusta per tentare la grande impresa di salvarci per la terza annata di fila».
Infine, il Sticchi Damiani fa un annuncio: «Il Lecce opera anche nel sociale, proprio perché tiene al territorio. Grazie ad una raccolta fondi lanciata un anno fa, abbiamo donato alla Asl un macchinario dalla grande importanza nella lotta per la prevenzione dei tumori al seno».