Serie b
Corvino il «tuttofare» in un Lecce ambizioso
Poche parole, tanti fatti: è tornato a casa per fare la differenza
LECCE - L’arte che conosce meglio è quella del fare, Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce. Pertanto, in un periodo come quello attuale, cruciale per gettare le basi dell’intera stagione, è convinto di avere parlato sin troppo, tra la sua presentazione e quella del tecnico Corini, occasione nella quale ha speso qualche parola anche per i neo acquisti Coda e Listkowski.
È concentrato sull’allestimento dell’organico che dovrà affrontare il campionato cadetto, nel quale il Lecce dovrà essere protagonista. Sta tessendo la propria tela per giungere ai colpi di mercato che ha programmato. È ben consapevole dell’importanza di mettere quanto prima a disposizione di Corini gran parte del gruppo e si sta dando da fare in questa direzione. Il suo telefono è bollente. Lui è attento ai dettagli. Vaglia ogni cosa personalmente.
«Sono abituato a lavorare sodo - ha detto il giorno della sua presentazione - Non ho problemi ad essere io ad aprire la sede sociale la mattina ed a chiuderla la sera». A 71 anni, dopo avere fatto benissimo a Firenze, in due momenti differenti, ed a Bologna, ha deciso di tornare ad impegnarsi al Lecce, ovvero ha optato per il lavoro più complicato, in quanto essere profeti in patria è sempre difficile e lui ci è già riuscito in occasione della prima avventura in giallorosso.
«La mia è stata una scelta di cuore - ha sottolineato - Ho capito che l’idea di lavorare ancora per il Lecce mi avrebbe dato grandi motivazioni, che mi stuzzicasse la possibilità di cercare di costruire nuovamente qualcosa di importante nella mia terra».
Che sia animato da una carica enorme lo si è intuito dalle parole del presidente Saverio Sticchi Damiani. «L’entusiasmo di Pantaleo ci ha contagiati», ha detto il massimo esponente del club giallorosso nel presentarlo, mentre il vice presidente Corrado Liguori ha aggiunto: «È un cavallo di razza».
Queste, però, sono parole e nulla più e Corvino, invece, ama i fatti. Sa che nel calcio il passato conta sino ad un certo punto, che le medaglie appuntate sul petto valgono per la storia, che il futuro dev’essere costruito giorno dopo giorno tramite un lavoro certosino. È consapevole che da lui, in questa fase, addetti ai lavori e tifosi attendono i volti nuovi del Lecce. Ecco perché in questo momento preferisce restare defilato, pur sapendo di avere tutti i riflettori puntati addosso, in quanto è lui l’uomo mercato. Guai a chiedergli delle trattative in corso perché, come ha sempre ripetuto in passato, «vanno mascherate facendo un po’ di nero di seppia».
Un paio di chicche, in questi giorni le ha regalate. «Si può sbagliare la moglie ma, chi fa il mio mestiere, non può permettersi di sbagliare il bomber o il portiere», ha sottolineato nel presentare Coda. E ancora, per fare capire il vento che spira: «Il Lecce non sarà terra di pascolo per nessuno. Saremo noi a stabilire i tempi del mercato, sia in entrata che in uscita».