il caso
Brindisi, dietro la rissa al Perrino una promessa di assunzione: la pista degli inquirenti
Calci e pugni nel parcheggio, l’ipotesi degli investigatori: qualcuno ha reagito dopo aver pagato invano 2mila euro per un posto di lavoro
Dietro la rissa nel parcheggio del Perrino di Brindisi potrebbe esserci una promessa di assunzione previo pagamento di 2mila euro, con tanto di divisa già consegnata. È una delle piste che stanno approfondendo gli agenti della postazione fissa dell’ospedale Perrino di Brindisi per comprendere il movente alla base della colluttazione verificatasi attorno alle ore 13 del 23 luglio nel parcheggio interno della struttura sanitaria.
Al momento, quello che è certo è che un ausiliario della Sanitaservice è indagato a piede libero per il reato di rissa aggravata insieme agli altri due protagonisti della vicenda. Il giovane colpito con alcuni pugni se l’è cavata con una prognosi di 15 giorni per la rottura del setto nasale, mentre gli altri due hanno ricevuto prognosi di cinque e sette giorni, anche per ferite da arma da taglio riportate a una mano. Grazie all’intervento degli agenti, la rissa non ha avuto conseguenze più gravi. Nelle mani degli investigatori c’è un coltello sporco di sangue: è stato affidato ai poliziotti della scientifica che potranno risalire a chi (dei tre individui coinvolti) appartengono le tracce ematiche e, attraverso le impronte repertate, individuare chi ha impugnato l’arma bianca ferendo l’altro alla mano. I soggetti che hanno agito in pieno giorno, incuranti delle persone che avrebbero potuto vederli e, magari, riconoscerli, potrebbero essere abituati a risolvere alcune questioni con la violenza.
Se l’ipotesi investigativa della promessa non mantenuta di un posto di lavoro dovesse trovare conferme, allora ci sarebbero da fare ulteriori riflessioni. In passato, infatti, è già accaduto che siano stati promessi (e probabilmente dati) posti di lavoro in una società appaltatrice di Sanitaservice. I più ricorderanno lo scandalo dell’audio Whatsapp di un sindacalista che iniziò a girare nelle chat, in cui diceva alla interlocutrice che solo qualche giorno prima aveva fatto assumere altre quattro persone in una società (appaltatrice di un servizio per conto della partecipata dell’Asl) e che, quindi, avrebbe dovuto chiamarlo prima per ricevere quel grosso favore.
Secondo indiscrezioni, l’ausiliario di Sanitaservice avrebbe promesso posti di lavoro proprio in una società appaltatrice. Se così dovesse essere, ci si troverebbe di fronte alla conferma che qualcosa non funziona nel sistema delle assunzioni nelle società appaltatrici che gravitano attorno alla sanità brindisina.