il caso

Movida a Brindisi, titolari di locali e residenti in coro: «Servono regole certe, il Comune si attivi»

nicola bellanova

Concerti annullati, gli esercenti: «Una minoranza di cittadini ci tiene sotto scacco»

Tutti vogliono una soluzione condivisa, ma per adesso l’annosa contesa sulle emissioni sonore e la movida in Centro è a un punto morto. Una visione accomuna comunque gli esercenti e il comitato dei residenti: il risentimento per la presunta inerzia dell’amministrazione comunale. A ciò, si aggiunga la mancanza di un regolamento specifico, aspetto che ogni estate alimenta tensioni. Dopo la rinuncia dei proprietari del locale Rendez-Vous di via Conserva a svolgere l’evento «Live in Trio» a causa di riferite minacce da parte di residenti del Centro, Francesco e Jessica, i due soci del locale, senza attizzare il fuoco delle polemiche, esprimono il loro punto di vista: «Il problema è che non ci sono ordinanze sindacali e quindi non si può consentire una deroga ai limiti imposti dalle leggi regionali - esordiscono -. Il risultato è che tutti gli artisti hanno gli stessi problemi degli esercenti, perché nessuno vuole rischiare multe o altri provvedimenti per delle forzature. Ma questa situazione non permette di valorizzare la cultura locale».

Dopo la stoccata al Comune di Brindisi, c’è l’altra spinosa questione dei rapporti con i residenti: «Bisogna capire che qui ci vanno di mezzo tutti - continuano Francesco e Jessica -. Chi fa impresa è una parte in causa, il comitato di residenti è formato da meno di 200 persone ma i più penalizzati sono gli utenti che devono spostarsi fuori. Sarebbe bello che Brindisi diventasse una città turistica come Ostuni o Lecce, ma altrove hanno trovato dei compromessi». Poi ci sono cittadini che agiscono motu proprio, e lì nascono i problemi. «Un conto è il comitato dei residenti con cui interloquire e confrontarsi, altro conto sono le singole persone che già dalle ore 20 manifestano lamentele per interessi personali. È una sparuta minoranza che minaccia l’intervento delle forze dell’ordine e tiene sotto scacco chi opera. E allora - concludono i due esercenti - si preferisce stare tranquilli, però poi si creano queste distorsioni».

Ignacio Tredici è il referente del comitato dei residenti che da qualche anno rappresenta le istanze degli abitanti di via Conserva e dintorni. «Io cerco sempre il dialogo - premette Tredici - e come comitato non ci siamo mai opposti all’attività degli esercenti, in nome di una convivenza pacifica e civile». Il messaggio è chiaro: «Chiediamo di abbassare il volume della musica, non di toglierla - continua Tredici -. Non è un problema di orari o di tipologia di eventi ma di decibel. È un diritto degli esercenti mettere la musica, ma questo diritto finisce quando si invadono le nostre case». Il rappresentante del comitato è critico verso l’amministrazione comunale: «Ci sono delle norme che non vengono applicate e non ci sono controlli sufficienti. Ogni volta ci sentiamo ripetere che la polizia locale non ha abbastanza personale. Serve solo rispettare le regole e controllare che vengano rispettate, ma non succede. E tutto resta invariato, anche se bisogna ammettere che da un mese a questa parte la situazione è migliorata». In via Conserva ci sono molte attività di somministrazione di alimenti e bevande, e anche alcuni anziani con problematiche specifiche. «Ci sono un paio di locali che creano incomprensioni, serve buonsenso. Siamo pronti a dialogare con tutti - conclude il referente dei residenti - ma la situazione resta ingarbugliata». Il presidente della commissione consiliare Attività produttive, Mario Borromeo, si è messo in moto per organizzare un tavolo istituzionale di confronto: «La lacuna regolamentare influisce su queste vicende, lasciando spazio alle interpretazioni differenti che creano conflitti. Abbiamo chiesto un incontro al prefetto per trovare una soluzione che concili le esigenze di residenti, imprenditori e avventori per sviluppare un nuovo modello di città turistica. Serve una sintesi, contestualizzando il fatto che Brindisi e il centro storico devono dare opportunità grazie ai privati, in ossequio alle norme».

Privacy Policy Cookie Policy