Il caso
San Raffaele, protesta dei sindacati: certezze sul futuro. La Fondazione: Emiliano ci convochi
La vertenza del centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. I lavoratori temono di non essere tutelati. I gestori: da Amati attacchi proditori. La lite con la Fials
CEGLIE MESSAPICA - Una protesta all'esterno della sede del centro San Raffaele di Ceglie Messapica, per chiedere certezze sul futuro lavorativo dopo la legge che ha disposto il ritorno dell'attività di riabilitazione dall'omonima Fondazione (riconducibile alla famiglia Angelucci) alla Asl di Brindisi. Al sit-in hanno partecipato i rappresentanti di tutti i sindacati, preoccupati da un lato per i licenziamenti intimati dall'attuale datore di lavoro e dall'altro dall'obiettiva situazione di stallo che si è verificata nei rapporti tra i gestori del centro e la Regione.
Alla protesta ha partecipato anche il consigliere regionale Fabiano Amati, promotore della legge regionale (nel frattempo impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale). Amati ha ribadito che la sua iniziativa andrà avanti e ha stigmatizzato la "terribile gestione privata" del centro che non garantirebbe la sicurezza dei pazienti ricoverati.
Intanto la Fondazione San Raffaele, in una nota, fa sapere di essersi «rivolta, ben prima, alla Procura con ben 4 dettagliate segnalazioni su atti, fatti e comportamenti lesivi dei propri diritti». Il riferimento è all'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Brindisi sulla base degli esposti di Amati e delle relazioni trasmesse dalla Regione. Il presidente della Fondazione, Sergio Pasquantonio, stigmatizza come «singolare» il «silenzio» del presidente Emiliano al quale «la Fondazione ha sempre manifestato la propria disponibilità ad esaminare congiuntamente le possibili soluzioni chiedendo la convocazione di un tavolo tecnico che a prescindere dalle rispettive posizioni giudiziali, potesse individuare un percorso condiviso soprattutto a garanzia dei malati e del personale della Fondazione».
La Fondazione San Raffaele parla di «quotidiani proditori attacchi dal consigliere Amati quasi fosse l’assessore alla Sanità e delibere della Asl contraddittorie e basate su dati non corretti, puntualmente sospese dal Tar di Lecce». In quanto alla protesta dei sindacati, «pur rispettando la loro piena autonomia ed il diritto alla tutela dei lavoratori», la Fondazione rileva che «proprio dai provvedimenti regionali, privi di copertura economica e sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale e dalle Delibere Asl viene messa in discussione la loro continuità lavorativa. Non può non rilevare come ad esempio la Fials che aveva sempre sostenuto l’eccellenza della struttura e la preparazione dei medici ed operatori abbia inopinatamente mutato il proprio atteggiamento contraddicendo financo le numerose dichiarazioni del proprio rappresentate Pino Carbone che più volte ha sollecitato interventi a favore dei propri iscritti».
L'affondo nei confronti della Fials ha innescato la risposta del segretario generale Giuseppe Carbone. «Nessun sindacalista all’interno della Fials - è detto in una nota - avrebbe mai potuto opporsi a un processo di internalizzazione, un passo ritenuto fondamentale per la stabilità e il benessere del personale. Riconosciamo i 24 anni di gestione di eccellenza della Fondazione San Raffaele, nonostante le innumerevoli criticità emerse negli ultimi anni. Abbiamo spesso cercato di comprendere e giustificare le difficoltà dell’imprenditore, riconoscendo che, in assenza di una gara pubblica, era prevedibile che non potesse essere incentivato a investire ulteriormente».