Salute
All'ospedale Perrino di Brindisi infusione di cellule «Car T»
Il nosocomio di Brindisi all’avanguardia per l’applicazione di una terapia contro i tumori del sangue
BRINDISI - Nell’ospedale Perrino è stata eseguita la prima infusione di cellule Car-T su un paziente di 47 anni con linfoma non Hodgkin. A darne notizia è Domenico Pastore, direttore dell’Unità di Ematologia con trapianto. Nel mese di dicembre l’uomo era stato sottoposto a un prelievo di linfociti nel centro trasfusionale. Le cellule del sangue sono state inviate in un laboratorio in Olanda e modificate geneticamente in modo da far esprimere sulla loro superficie un recettore (Car) in grado di riconoscere, attaccare e distruggere le cellule tumorali. Dal laboratorio sono state poi trasportate in ospedale e reinfuse nel paziente.
Il team multidisciplinare di Brindisi che si occupa della terapia Car-T è composto da ematologi, trasfusionisti, farmacisti, neurologi, cardiologi e rianimatori. «In genere il paziente dovrà osservare una degenza di 2-3 settimane. Con questa terapia - spiega Pastore - viene salvato il 50% degli ammalati». Il nosocomio brindisino è il secondo centro in Puglia e il settimo nel Sud Italia a ottenere l’accreditamento per la Car-T, che offre una possibilità di cura per alcuni tipi di linfoma non Hodgkin o di leucemia acuta linfoblastica B che non rispondono alle terapie convenzionali.
Questa terapia cellulare immunitaria è, al momento, la massima espressione della medicina personalizzata (perché può essere utilizzata solo in quel paziente) e di medicina di precisione (perché colpisce solo le cellule tumorali). Il costo della cura è al momento esoso per il sistema sanitario. Ma la sostenibilità finanziaria deve essere valutata sul lungo termine.
«La Regione - afferma la direttrice del Dipartimento Farmaceutico del Perrino, Teresa Calamia - dovrebbe prevedere un capitolo di spesa ad hoc per la terapia Car-T. Abbiamo iniziato nel 2020 con una paziente di Francavilla, che abbiamo indirizzato a Roma per effettuare la terapia. Il farmaco, però, l’abbiamo comprato comunque qui a Brindisi. Pertanto la Regione Puglia deve continuare a investire sulla Car-T, che evita la mobilità passiva dei pazienti». E in un futuro prossimo «questa terapia - preannuncia il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Maurizio De Nuccio - potrà essere applicata per altre patologie oncologiche».