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Brindisi, noto avvocato civilista condannato a 4 anni e 6 mesi: truffa ed esercizio abusivo

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Brindisi, noto avvocato civilista condannato a 4 anni e 6 mesi: truffa ed esercizio abusivo

Fra i capi d’imputazione c’è la truffa contestata a Scuteri in qualità di legale di un uomo, figlio di una pensionata deceduta nel 2011 che nel 2008 aveva citato in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento dei danni dopo essere caduta mentre stava percorrendo a piedi una strada

Venerdì 15 Dicembre 2023, 12:33

BRINDISI - Truffa, falsità materiale ed esercizio abusivo della professione, essendoci la misura interdittiva del gip per il periodo compreso fra il 26 settembre 2018 e il 19 febbraio 2019: con queste accuse il tribunale di Brindisi, lo scorso 11 dicembre, ha condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione l’avvocato civilista Giuseppe Scuteri, 53 anni, originario di San Giovanni Rotondo.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Adriano Zullo, a conclusione del processo di primo grado scaturito dall’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Alfredo Manca che, al termine del dibattimento, aveva chiesto la condanna dell’imputato a quattro anni. Su 25 capi di imputazione per i quali Scuteri, difeso dagli avvocati Riccardo Mele e Luigi De Franco, entrambi del foro di Brindisi, è stato rinviato a giudizio, il tribunale ne ha riconosciuti 23. Per un capo d’imputazione è stato assolto perché il fatto non sussiste e per un altro perché l’azione penale non poteva essere esercitata, mancando la querela. Le motivazioni saranno depositate fra 90 giorni. La condanna è stata inflitta previo riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche con giudizio di equivalenza rispetto alle aggravanti.

L’avvocato è stato condannato anche al risarcimento dei danni in favore della parti civili, tra cui la società Allianz spa che in giudizio è stata rappresentata dall’avvocato Silvio Caroli del foro di Lecce.

Fra i capi d’imputazione c’è la truffa contestata a Scuteri in qualità di legale di un uomo, figlio di una pensionata deceduta nel 2011 che nel 2008 aveva citato in giudizio il Comune di Brindisi per ottenere il risarcimento dei danni patiti dopo essere caduta mentre stava percorrendo a piedi una strada. Il figlio è poi deceduto nel 2015, ma Scuteri avrebbe esibito all’ufficio tecnico del Comune «falsa documentazione per celare il decesso» assieme alla «dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorierà per eredi apparentemente firmata» dal figlio della donna. Il 6 agosto 2018 avrebbe comunicato all’ufficio Ragioneria del Comune le coordinate bancarie su cui accreditare le somme riconosciute dal tribunale di Brindisi «spacciandole per quelle nuove» appartenenti al figlio della donna. Coordinate che in realtà sarebbero state relative a conto corrente intestato alla madre di Scuteri, finita sotto processo e giudicata con rito abbreviato (difesa dall’avvocato Serena Tucci). Scuteri, inoltre, «avrebbe taciuto il suo status di avvocato sospeso dalla professione in virtù dell’applicazione della misura interdittiva» firmata dal giudice per le indagini preliminari da giugno 2018 a febbraio dell’anno successivo. In tal modo sarebbero stati indotti in errore gli istruttori amministrativi del Comune di Brindisi che confidavano sulla genuinità della documentazione e che, di conseguenza, «provvedevano a corrispondere la somma pari a 27.632 euro sul conto corrente». L’importo, stando al capo d’imputazione, sarebbe stato prelevato nei tre mesi successivi sino allo svuotamento del conto. In tal modo ci sarebbe stato un danno per il Comune perché il pagamento era stato fatto a un «soggetto non legittimato» e agli stessi eredi della donna. Scuteri, quindi, è stato condannato anche per aver formato un atto pubblico falso e per aver esercitato abusivamente la professione di avvocato.

Un altro capo d’imputazione, riguarda il contenzioso instaurato per fatture non pagate per 37mila euro, nei confronti di una società per un subappalto di fornitura di pane e derivati destinati a mense nel comune di Brindisi. In questo caso Scuteri avrebbe «predisposto un atto di transazione e conciliazione apponendo la firma apocrifa» di una donna «assolutamente ignara dell’accordo», invitando il titolare della ditta a «sottoscrivere una intesa nell’ottobre 2018 in cui veniva stabilito il ritiro di un’istanza di fallimento, presentata dallo stesso Scuteri, a fronte del pagamento di 50mila euro da rimborsare». Il rimborso prevedeva il versamento di 10mila euro in un’unica soluzione all’atto della sottoscrizione dell’atto transattivo e per la parte restante il rilascio di 40 titoli cambiari di mille euro ciascuno nelle mani di Scuteri, con scadenza mensile a partire dal 15 dicembre 2018. L’avvocato, secondo l’accusa, avrebbe anche chiesto «reiteratamente» agli imprenditori «l’esecuzione di bonifici accampando insistenti e minacciose pressioni da parte della donna e del padre».

Scuteri, inoltre, avrebbe formato una «falsa comparsa di costituzione di nuovo difensore il 2 novembre 2017 nella persona di un avvocato del foro di Brindisi del quale falsificava la sottoscrizione», come secondo difensore in due procedimenti incardinati davanti al giudice del lavoro.

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