Sottosegretario Marcello Gemmato, coordinatore di Fdi in Puglia, i risultati delle comunali in Puglia sono stati oggetto di polemiche tra le varie coalizioni, con toni che ricordano le beghe della partitocrazia nella Prima repubblica. È così difficile dire chi ha vinto e chi ha perso?
«La lettura di carattere nazionale è evidente: il centrodestra ha stravinto, come ammesso dalla Schlein e i suoi alleati. Anche gli avversari politici hanno riconosciuto il successo di Giorgia Meloni e della nostra coalizione».
Nella regione?
«Qui c’è una “ridotta” dove il presidente Michele Emiliano e parte del gruppo dirigente del Pd si ostina a cantare vittoria pure in presenza di una cocente sconfitta, come a Brindisi. Nel Barese a Monopoli il Pd ha preso il 2,5%, ad Altamura non ha presentato nemmeno la lista e Emiliano - pur di cantare vittoria - è stato costretto a farsi fotografare con il deputato leghista Sasso. A Noci il Pd non ha presentato la lista. Ad Acquaviva l’amministrazione del Pd è andata dopo 10 anni all’opposizione».
A Brindisi si è affermato un centrodestra con un inedito campo largo, aperto a Azione, Pri e Italia viva. Un modello da riproporre anche a livello nazionale o nelle altre comunali?
«Abbiamo prima definito il perimetro del centrodestra, con Fdi Lega, Fi e Udc, poi abbiamo dialogato e stretto un accordo con chi è critico dell’emilianismo, come il consigliere regionale Amati, commissario di Azione. Ma la vittoria è politica ed è della destra del fare e del buon governo, rappresentata anche dai ministri venuti nel capoluogo, da Lollobrigida a Crosetto e Sangiuliano, presenti per mostrare vicinanza e ascolto alla comunità brindisina. La città ha colto l’importanza di connettersi con un esecutivo, quello della Meloni, stabile e concreto nelle risposte»...
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