lo scempio
Selva di Fasano, baby-vandali distruggono quel che resta del Belvedere
I carabinieri, allertati da una residente, sono intervenuti ma hanno trovato solo vetrate distrutte a calci dal gruppo di ragazzini arrivati in bicicletta
FASANO - Una discarica (incontrollata) di rifiuti e un luogo in cui, proprio in ragione dello stato di degrado e abbandono che regna sovrano, ognuno si sente in diritto di fare quello che vuole: questo è oggi il Belvedere delle Puglie. Nulla, ma proprio nulla, a che vedere con i fasti che la struttura ha vissuto negli anni Cinquanta e Sessanta.
Ognuno, una volta varcato il perimetro di quello che fu uno dei luoghi simbolo della Selva di Fasano, si arroga il diritto di fare quello che vuole. L’ultimo esempio riscontrato, in ordine di tempo, è quello materializzatosi due venerdì fa. Una comitiva di ragazzini, che hanno raggiunto il Belvedere in sella alle loro biciclette, ha sfondato a calci una delle porte di accesso al complesso, mandando in frantumi alcune delle poche vetrate ancora integre del sito e vandalizzando tutto quello che si è trovata davanti come in preda a un raptus.
Ad accorgersi di quello che stava succedendo è stata una residente nella zona che, mostrando un elevato senso civico, ha immediatamente telefonato al 112, il numero di pronto intervento dell’Arma dei Carabinieri, sollecitando l’immediato invio sul posto di una pattuglia di militari. Al loro arrivo i carabinieri non hanno potuto fare che constatare, nel degrado generale e pluriennale in cui versa l’area, i segni del passaggio della baby-orda barbarica.
Il Belvedere, ubicato lungo la strada provinciale che collega la collina fasanese ai monti di Monopoli e Castellana Grotte, è da sempre uno dei simboli della Selva per la sua posizione: una sorta di balcone sospeso sulla pianura sottostante con una vista panoramica da mozzare il fiato, che spazia da Monopoli a Ostuni.
Sito di fronte al mare Adriatico, il luogo in questione è stata la location per ricevimenti nuziali, feste, cene e pranzi, ospitando turisti e villeggianti. Caratterizzato da una grande piscina all’aperto, realizzata proprio dinanzi alla splendida vista, era una delle mete preferite dai turisti che sceglievano la Selva per le loro vacanze estive. Accanto alla struttura sorse negli anni ‘70 anche un residence con decine di alloggi ancora in attività.
Purtroppo il ristorante e il complesso originario vennero abbandonati, così il tempo e gli atti vandalici hanno trasformato quei manufatti in ruderi che vivono solo nel ricordo di un glorioso passato. Oggi infatti il Belvedere è una struttura pericolante: sono crollati solai ed è franata la recinzione che delimita l’affaccio sul dirupo sottostante, con scale e pavimentazione sconnessa. Insomma un luogo abbandonato e dimenticato ma non da tutti: i soliti zozzoni o «turisti» dell’abbandono dei rifiuti, sempre alla ricerca di luoghi appartati e nascosti, hanno trovato nel Belvedere un luogo dove liberarsi di rifiuti di ogni genere (elettrodomestici, materassi, vecchi mobili, sanitari, stoviglie e scarti di ogni genere).
Adesso ci sono anche ragazzini che, non avendo niente di meglio da fare, vanno a «giocare» agli unni nel vecchio complesso ricettivo.