le ricorrenze

Da oggi a domenica le feste nel Brindisino delle Vergini pasquali

Redazione Brindisi

Tradizioni ed appuntamenti a Mesagne, Torchiarolo e Carovigno

BRINDISI - Il Venerdì di Passione, la Pasqua di Resurrezione ed il Lunedì dell’Angelo: il dolore per la morte del Dio fatto uomo e la gioia rigeneratrice della sua risurrezione, che significa anelito di eternità sono i sentimenti del popolo cristiano in questi giorni. Proprio ieri, in molte cittadine, si è recato in processione al Cimitero per annunciare di nuovo, ai propri cari defunti, la Resurrezione. E nell’ottica del “Regina Coeli” che sta cantando dal giorno di Pasqua, devoto com’è stato da sempre della Madre del Cristo, prosegue nella gioia delle celebrazioni dopo averla seguita lungo la «Via Dolorosa». Ora in molti luoghi celebra la Vergine Pasquale: la celebra in Mesagne, ad esempio; la celebra a Torchiarolo ed a Carovigno, proprio oggi e poi giovedì nel Fasanese e nella domenica in Albis proseguirà a venerarla con riti particolari a Mesagne e ad Ostuni, soprattutto.

A Mesagne oggi la gente si reca in pellegrinaggio in una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, di proprietà privata, ubicata a 4 km dalla cittadina sulla Strada provinciale che conduce a S. Pietro Vernotico. Questo luogo, già molto noto del XVI secolo e da allora probabilmente collegato alla tradizione del martedì dopo Pasqua, dev’essere molto più antico e lo si ricava dalla presenza di affreschi evidenziati di recente che, per la loro tipologia, indicherebbero una datazione compresa fra il IX e l’XI secolo. Qui la gente sosta e consuma all’aperto, in allegre brigate, i pasti propri delle scampagnate.

Anche nella vicina Torchiarolo è un giorno particolare, perché si festeggia la Vergine di Galeano, compatrona della cittadina. Ieri pomeriggio si è svolto il pellegrinaggio presso il santuario a lei dedicato, un luogo molto antico e collegato alla presenza di monaci basiliani. Secondo una tradizione orale «nel XVII secolo contadini di Torchiarolo al lavoro in contrada Galeano non riuscivano a smuovere l’aratro finché uno di loro si accorse che a bloccarlo era proprio l’effigie di Maria con il Bambino». «Pare che l’icona fosse stata sepolta dai basiliani per proteggerla dalla furia iconoclasta. L’opera, andata distrutta, è stata fedelmente riprodotta e campeggia sull’altare laterale del santuario», che ieri come oggi sarà meta di pellegrinaggio. Ieri in serata, a Torchiarolo, c’è stata la benedizione eucaristica in piazza Castello e oggi il programma religioso si conclude con la processione per le vie del paese e la solenne concelebrazione in chiesa madre.

La comunità carovignese, infine, attraverso la battitura della «Nzegna», un gioco di bandiere che si svolge in onore di Maria Santissima di Belvedere, protettrice della Città, vive il suo momento identitario più intenso e conosciuto ovunque. Quest’anno la battitura della Nzegna si svolgerà oggi in Piazza Macchiavelli e il sabato mattina al Santuario mariano di Belvedere, sorto sopra una grotta nella quale fu trovato un affresco della Madonna, apparsa nel sonno al signore di Conversano che guarì dal suo male. Anche tale grotta, secondo gli studiosi «era utilizzata da una comunità monastica di rito greco quale riferimento per la colonizzazione del territorio e la sua riduzione a coltura» e «la devozione in esso rifiorì quando la grotta venne ritrovata, probabilmente in età normanna e in concomitanza con la ripresa della coltivazione delle campagne. Da allora la grotta di Belvedere rimase sottoposta alla giurisdizione di enti ecclesiastici latini. Sulla base di documenti della Curia di Ostuni, la grotta di Belvedere era officiata dalla Chiesa Latina già nell’anno 1160». Popolazioni in festa dopo aver celebrato la Pasqua, ricordano un comune cammino di fede ad Occidente come ad Oriente, il viatico migliore per considerare un presente che richiede l’impegno di ciascuno.

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