nel Brindisino
Fasano, rogo distrugge centro cottura Ladisa: prepara pasti per scuole fasanesi e di Martina
Si indaga sulle cause dell'incendio. L'azienda ha garantito la regolarità dei pasti nei comuni serviti dall'impianto
Un incendio ha distrutto a Fasano il centro cottura di proprietà della Ladisa, la holding della ristorazione che ha sede a Bari e opera in tutta Italia. Le fiamme sono partite da una Fiat Panda di proprietà di un anziano, parcheggiata davanti al locale, e si sono propagate all'interno del centro attraverso le feritoie della saracinesca. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno concluso le operazioni di spegnimento solo poco dopo l'alba.
Il proprietario dell'euto è anche il proprietario del locale che ospita il centro cottura nel quale vengono preparate circa 2mila pasti, per le scuole di Fasano (1100) e Martina Franca (circa 900). Le fiamme hanno danneggiato l'auto e hanno lambito anche il balcone di un'abitazione sovrastante il centro cottura che è stata temporaneamente sgomberata.
Sulla cause dell'incendio, per ora, solo ipotesi anche se sembra farsi strada quella di un atto doloso. Sul posto sono stati eseguiti rilievi da parte dei Carabinieri. Non è da escludere, infatti, che l'auto (alimentata con Gpl) abbia rappresentato il detonatore che ha fatto divampare le fiamme all'interno del locale.
L'azienda di ristorazione avrebbe fatto sapere alle due amministrazioni comunali interessati di poter garantire il servizio attraverso impianti di emergenza nelle vicinanze. I danni sono ingenti e per ripristinare il centro cottura saranno necessari corposi interventi di ristrutturazione.
Come detto, Ladisa si occupa anche del servizio di refezione scolastica a Martina Franca dove è in atto un contenzioso amministrativo con il Comune per la nuova gara bandita e che vede - al momento - un unico partecipante, una azienda calabrese la Siarc. Il 1 agosto scorso il Tar Lecce - dopo un ricorso di Ladisa - aveva disposto con un decreto monocratico la sospensione del provvedimento dirigenziale di indizione della gara datato 2 luglio.
Il decreto, tuttavia, non è stato confermato nell'udienza di metà settembre, in cui si è costituita anche la Siarc unica ditta che ha presentato la sua offerta nonostante la sospensione della procedura, e il ricorso cautelare è stato respinto. Al centro del contenzioso l'obbligo per le ditte interessate alla gara di detenere un centro cottura nel Comune di Martina Franca e di realizzarlo in 15 giorni. Circostanza che, almeno in sede cautelare, il Tar ha ritenuto legittima, salvo eventuali decisioni del Consiglio di Stato.