Cyberbullismo
«Sappiamo che vai sui siti porno», prof ricattata a Fasano
La docente ha ricevuto una mail minatoria: «Pagaci o ti smascheriamo. Non sei la santarella che tutti credono»
«Siamo entrati nella cronologia del tuo computer e abbiamo scoperto che non sei la santarella che tutti credono».
Questo l’incipit della mail ricevuta, nei giorni scorsi, da una docente che insegna in un istituto scolastico di Fasano. A seguire c’era la richiesta di 500 bitcoin per evitare che parenti e amici della donna si vedessero recapitare l’elenco dei siti porno visitati - a parere degli estorsori - dalla prof.
La vittima del tentativo di estorsione, forte anche del fatto di non avere nulla da nascondere e della falsità di quanto sostenuto dagli anonimi estorsori, non si è piegata al ricatto: senza esitare neanche un attimo, si è recata dalle forze dell’ordine e ha sporto denuncia. Raccontando all’ufficiale di polizia giudiziaria il tentativo di estorsione ai suoi danni, la docente ha scoperto di essere in numerosa compagnia in questa disavventura. Le vittime di questo ricatto sono, infatti, tantissime. Ci sono imprenditori, manager, docenti, professionisti residenti in ogni angolo d’Italia. Anche a Fasano, a quanto pare, decine e decine di persone avrebbero ricevuto una mail dello stesso tenore. Tutti destinatari di una email con cui il mittente minaccia di divulgare informazioni privatissime a tutti i contatti social dell’utente. Il tono della email è sempre lo stesso: o paghi o il tuo privato potrebbe diventare di dominio pubblico. Dopo la richiesta di «criptovaluta» la lettera continua: «La prima opzione è ignorare questo messaggio. Dovresti sapere cosa sta per succedere se opti su questo percorso. Invierò definitivamente il tuo video a tutti i tuoi contatti, inclusi parenti stretti, colleghi e così via. Non ti proteggerai dall’umiliazione che la tua famiglia dovrà affrontare. L’opzione 2 è di pagarmi. Lo chiameremo questo mio “suggerimento sulla privacy”. Se scegli questo percorso, il tuo segreto rimane il tuo segreto. Distruggerò immediatamente il video. Vai avanti con la tua vita non è mai successo niente».
Il più delle volte – è il caso della docente fasanese – non c’è niente di vero: è una truffa. La Polizia postale, che si è trovata ad indagare su centinaia di tentativi di cyber estorsione, ha constatato che quello che il mittente della email scrive è frutto della fantasia. Si tratta di un’invenzione elaborata allo scopo di gettare nel panico la vittima e indurla a pagare la somma richiesta. Il consiglio delle forze dell’ordine alle vittime di questi criminali che operano via web è di mantenere la calma e di non pagare assolutamente alcun riscatto. L’esperienza maturata sul campo dai poliziotti dimostra che, persino quando il criminale è riuscito effettivamente ad entrare in possesso di «segreti» della vittima, acconsentire alla richiesta di denaro determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive finalizzato ad ottenere ulteriore denaro. Perché accondiscendere alla richiesta di soldi, anche se si tratta di piccole somme, significa trasmettere ai cyber delinquenti un segnale di debolezza, che loro poi sfruttano a dovere.