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Fusione nucleare, l’Avvocatura indagherà sull’esclusione di Brindisi
Energia, il centro ricerche Dtt riconosciuto al sito di Frascati
BARI La Regione Puglia non demorde sulla bontà della candidatura di Brindisi a sede per ospitare la macchina sperimentale da 500 milioni di euro (Divertor Test Tokamak) per la ricerca sulla produzione di energia dalla fusione nucleare. La graduatoria dell’Enea, che vede il Lazio al primo posto con il sito di Frascati (Roma), seguito da Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara), è stata al centro dei lavori nella commissione Bilancio del Consiglio regionale.
«In vista di un ricorso al Tar l’Avvocatura regionale ha avuto il compito di effettuare un approfondimento - ha spiegato Fabiano Amatii (Pd), presidente della Commissione - sulla correttezza delle procedure relative alla scelta del sito». Dai lavori della Commissione è emerso, anche grazie ad un report preliminare di documentazione sulla selezione del sito, che la proposta di Brindisi ha ottenuto lo stesso punteggio di Frascati sui requisiti essenziali ed il miglior punteggio sull’offerta economica, risultando penalizzata sul valore delle infrastrutture e relativa capacità di riduzione del costo dell’investimento. Dalle audizioni del direttore del dipartimento Sviluppo economico, Domenico Laforgia e della coordinatrice dell’Avvocatura regionale, Rossana Lanza, è inoltre emersa una notevole disparità di trattamento nell’assegnazione dei punteggi ed un’ampia discrezionalità nella determinazione del parametro legato al valore degli immobili. Su queste basi lAvvocatura è stata investita del compito di approfondire la questione, partendo dall’acquisizione di tutti i documenti utili.
«Sosteniamo la decisione della Regione di chiedere una verifica all’Avvocatura - dice Gianluca Bozzetti (M5S) - ma nell’attesa di chiarire questi aspetti di trasparenza non possiamo non evidenziare che probabilmente con un’offerta maggiore rispetto ai 30 milioni proposti per l’adeguamento della cittadella della ricerca, la gara si sarebbe conclusa diversamente». Il sito di Brindisi, sottolinea, «presenta gravi carenze strutturali dovute a decenni di abbandono da parte delle amministrazioni locali e nazionali, anche di centrosinistra». Va approfondito anche l’apsetto relativo ai posti di lavoro, per cui «abbiamo sentito parlare a regime di 1500 potenziali occupati, mentre nel progetto leggiamo di 150 posti».