il progetto
Trani, la storica Lampara verso la riapertura: sarà un luogo di cultura e ristorazione
La Soprintendenza ha espresso parere preliminare favorevole in merito allo studio di fattibilità presentato dal neo concessionario
«Si ritiene di poter esprimere parere preliminare favorevole ai lavori previsti dal progetto di fattibilità tecnico economica in oggetto, subordinando il rilascio dell’autorizzazione per legge all’inoltro del progetto esecutivo, che recepisca in dettaglio prescrizioni ed approfondimenti». Parole della soprintendente di Bat e Foggia, Anita Guarnieri, da cui sembra evincersi un passo decisivo verso la riapertura e la riqualificazione de «La Lampara», lo storico dancing di proprietà comunale a Trani.
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia ha espresso parere preliminare favorevole in merito allo studio di fattibilità tecnico-economica presentato dal neo concessionario, Riccardo Perfetto, per l’affidamento in locazione di valorizzazione del bene.
L’immobile, situato in piazza Marinai d’Italia, nella baia di Colonna, è sottoposto a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio in virtù di un decreto di settembre 2025. Il progetto prevede il recupero e il riuso della struttura per ospitare un locale destinato a pubblico spettacolo e ristorazione, con un necessario adeguamento normativo.
La Soprintendenza ha esaminato il progetto rilevando la presenza di diverse soluzioni innovative e compatibili con le esigenze di tutela del bene: recupero architettonico del patio (destinato a palcoscenico e audience), che sarà uno spazio scoperto ma con soluzioni amovibili per la protezione dalle intemperie, composte da elementi fotovoltaici; utilizzo di vetrate panoramiche amovibili e realizzazione di un pergolato fotovoltaico; impiego della pietra di Trani per le pavimentazioni interne ed esterne; installazione di impianti ad alta efficienza; progettazione del verde circostante con specie arboree e arbustive autoctone, a bassa richiesta idrica, creando una «corona circolare di filtro».
Tuttavia, il parere favorevole è subordinato alla presentazione del progetto esecutivo, che dovrà recepire nel dettaglio numerose prescrizioni e approfondimenti, imposti al fine di salvaguardare l’integrità dell’intero complesso architettonico. Il rilascio dell’autorizzazione definitiva è vincolato al rispetto di precisi obblighi da parte del concessionario.
In primo luogo, la Soprintendenza raccomanda la conservazione della struttura. Il progetto esecutivo dovrà prevedere la conservazione di tutte le superfici e di tutti i volumi originari, rispettando la geometria planimetrica quadrangolare. Spazi come il «chiringuito», l’office e l’area servizi, previsti in accostamento, dovranno essere inclusi all’interno della struttura originaria e non affiancati ad essa.
Ed ancora, il dettaglio dei materiali: dovranno essere indicati con precisione tutti i materiali (struttura portante, tramezzature, nuove scale e vano ascensore) e le cromie, che dovranno essere valutate e condivise con l’ente per garantire la compatibilità con il contesto paesaggistico.
Infine gli impianti esterni: l’ubicazione delle unità esterne degli impianti (pompe di calore, condizionatori) dovrà essere concordata per garantirne il «mascheramento» e l’invisibilità.
La Soprintendenza ha invitato anche il Comune, proprietario del bene, «a condividere preventivamente gli opportuni approfondimenti progettuali richiesti», nell’intento di assicurare il buon andamento della pubblica amministrazione e la corretta istruttoria del procedimento.
Il concessionario, con il sostegno del Comune, ha ora l’obbligo di fornire il progetto esecutivo dettagliato per ottenere l’autorizzazione definitiva.