turismo... mancato
La denuncia: «Per Castel del Monte solo due bus al giorno»
La consigliera regionale Di Bari: «regna la disorganizzazione». Un'odissea per i turisti che ancora oggi hanno pochi mezzi per raggiungere il maniero federiciano
ANDRIA - Diciotto chilometri. Questa è la distanza che separa Castel del Monte dal centro abitato di Andria. Un percorso che si riuscirebbe a coprire in 15 minuti con auto e bus, ma che si rivela una odissea per i turisti che ancora oggi hanno pochi mezzi per raggiungere il maniero federiciano.
Due bus di collegamento L’ultima magra figura per il territorio che si vuole ergere a «zona turistica», la racconta la consigliera regionale dei Cinque Stelle, Grazia Di Bari. «Ero uscita per alcune commissioni, quando il titolare di un bar del centro mi ha chiamata per cercare di aiutare due turisti polacchi - dice Di Bari -. Con un inglese un po’ timido, la coppia di turisti mi mostra il telefono e sullo schermo vedo l’inconfondibile sagoma ottagonale di Castel del Monte. Solo in quel momento capisco che sono viaggiatori, Paul ed Elisabeth, appena arrivati ad Andria con il desiderio di vedere il maniero. Mi metto a disposizione e cerco di trovare gli orari delle corse dei bus pubblici. Primo colpo al cuore: ci sono solo due autobus al giorno, alle nove e alle quattordici. Sono quasi le undici, il primo è andato, il secondo rischia di diventare un miraggio. Chiedo dove comprare i biglietti e provo a fare delle telefonate ma senza risultato. I biglietti non si possono acquistare da nessuna parte, neppure alla stazione di Andria Sud».
Taxi costoso L’unica alternativa diventa il taxi operativo ad Andria (ce n’è uno solo), al costo di sessanta euro. «Loro si consultano in silenzio - aggiunge Di Bari - lui scuote la testa, lei stringe le labbra in un sorriso che assomiglia più a un “pazienza” che a un ringraziamento. In quel momento provo grande rabbia e penso ai fondi che, come consigliera, ho lottato per destinare alle città in cui risiedono i beni Unesco. Penso alle frasi rassicuranti udite in commissione: “Tutto sotto controllo, noi abbiamo fatto quello che dovevamo”. Davvero? Davanti a me ho due persone che hanno attraversato mezza Europa e che ora, per un biglietto introvabile, rischiano di rinunciare al nostro gioiello e magari al loro sogno. Provo l’ultima carta: chiamo una persona che conosco e riesco a recuperare i biglietti per il Castello grazie alla gentilezza di un autista di circolare. Paul mi stringe la mano, Elisabeth mi abbraccia e io mi sento piccola e con una grande frustrazione in corpo».
«Li guardo uscire dal bar, le spalle più basse di quando sono entrati. In quel momento la rabbia diventa determinazione - conclude Di Bari -. Continuerò a battermi come ho già fatto perché Paul, Elisabeth e ogni visitatore possano vivere davvero quell’esperienza, richiamando ancora una volta, con forza gli enti competenti, a risolvere i problemi reali e quotidiani che oggi si finge di non vedere».