Il caso

«Guadagno 30mila euro al mese», lo psichiatra della Asl Bat finisce ai domiciliari. Il Riesame lo libera: «Niente più visite private»

Massimiliano Scagliarini

Il 55enne di Barletta era stato sentito in un'altra indagine per stalking rivelando i suoi compensi. La nuova indagine e l'arresto del 24 ottobre. Ma la difesa: una misura eccessiva

BARLETTA - Negli sviluppi di una differente indagine che lo vedeva imputato per stalking (e da cui è stato assolto con formula piena) aveva dichiarato di guadagnare «trentamila euro al mese». Una cifra enorme per uno psichiatra, dipendente della Asl di Barletta, su cui sono così scattate indagini. Per questo il 24 ottobre il medico barlettano P.M., 55 anni, è finito ai domiciliari con l’accusa di peculato: si sarebbe appropriato del denaro delle visite eseguite nel proprio studio privato, anziché rispettare le norme in materia di intra-moenia.

La notizia dell’arresto, chiesto dal pm Marco Gambardella e disposto dal gip Marina Chiddo è emersa solo ora perché giovedì sera il Riesame di Bari ha rimesso in libertà il medico, sostituendo i domiciliari con l’interdizione per 12 mesi dall’effettuazione dell’attività intra-moenia. Lo psichiatra - salve le determinazioni della Asl - potrà dunque tornare al suo posto, nel Centro di salute mentale di Andria, ma non potrà eseguire attività privata a pagamento.

L’indagine, nata come stralcio di un altro fascicolo, è stata peraltro una delle prime in cui nel Tribunale di Trani, in applicazione delle nuove norme in materia di custodia cautelare, l’indagato è stato sottoposto a interrogatorio preventivo: nei suoi confronti la Procura ha ipotizzato il rischio di reiterazione. Montesanti non ha risposto alle domande con cui il gip avrebbe dovuto valutare se disporre o meno l’arresto, a quanto pare perché si sarebbe presentato in Tribunale ben oltre l’orario fissato, e ha dunque potuto dare la sua versione dei fatti nell’interrogatorio di garanzia dopo l’esecuzione della misura. Spiegazioni che, però, non hanno convinto la Procura.

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